10 aspetti essenziali da conoscere sul virus Zika e la gravidanza
Il virus Zika ha ricevuto molta attenzione mediatica nell’ultimo anno. Sebbene spesso provochi sintomi assenti o lievi, rappresenta un serio pericolo a causa della sua capacità di provocare malformazioni congenite nei neonati. Ecco perché è fondamentale comprendere come ciò avviene e come determinare la presenza del virus Zika nel Paese che si intende visitare.
Cosa conosciamo del virus Zika
Il virus Zika appartiene alla famiglia dei Flaviviridae. È stato isolato per la prima volta nella “foresta di Zika” in Uganda, nome da cui deriva. La trasmissione all’uomo avviene attraverso la puntura di zanzare del genere Aedes, in particolare Aedes aegypti e Aedes albopictus, attive sia di giorno che di notte. Esistono correlazioni tra il virus Zika e altri virus come dengue, febbre gialla, encefalite giapponese e West Nile. In passato, il virus Zika era limitato a piccole aree dell’Asia e dell’Africa, ma attualmente si è diffuso in diversi Paesi.
Quali sono i sintomi di un’infezione da virus Zika?
Il virus Zika può risultare innocuo, causando solo una leggera sindrome influenzale. Molte persone non presentano sintomi, o questi possono essere lievi e difficili da rilevare. Nei casi più evidenti, possono manifestarsi febbre, dolori articolari, eruzioni cutanee e congiuntivite (occhi rossi). Il virus resta nel sangue solo per una settimana, poi diventa inoffensivo. Tuttavia, può mantenersi presente nei fluidi corporei come saliva, urina e sperma, rimanendo più a lungo nell’organismo.
Il virus può affliggere il nascituro?
Il virus Zika può essere trasmesso dalla madre infetta al neonato durante la gravidanza attraverso la placenta, un fenomeno noto come trasmissione congenita o intrauterina, avvenente quando la madre è infetta durante la gravidanza, prima del parto. La trasmissione può anche avvenire durante il parto, chiamata trasmissione perinatale, verificandosi se la madre è infettata nelle due settimane precedenti il parto. Anche se il rischio esatto è sconosciuto, la trasmissione perinatale appare rara. Alcune madri potrebbero avere una maggiore probabilità di trasmettere il virus rispetto ad altre.
Infezione da Zika durante il primo trimestre
Se una donna incinta viene infettata dal virus Zika nel primo trimestre, esiste un’alta probabilità che il bambino sviluppi malformazioni congenite, come anomalie cerebrali o microcefalia, caratterizzata da una testa insolitamente piccola. Possono verificarsi anche anomalie oculari e uditive. Date le asintomaticità in molte persone infette, è fondamentale monitorare la salute della madre per individuare potenziali rischi o malformazioni legate al virus.
Infezione da Zika durante il secondo trimestre
Il secondo trimestre, che include il 4°, 5° e 6° mese di gravidanza, vede il feto sviluppare caratteristiche definite come mani, pelle rossastra, occhi, palpebre e sistema nervoso. È un periodo in cui il feto può rispondere ai suoni con movimenti o variazioni del battito cardiaco. Se una gestante viene infettata dal virus Zika in questo periodo, il rischio di anomalie congenite è ridotto, ma è comunque consigliabile evitare l’infezione e consultare un medico per monitorare la salute del feto.
Infezione da Zika durante il terzo trimestre
Nel terzo trimestre — 7°, 8° e 9° mese di gravidanza — gli organi del feto continuano a svilupparsi. Se il virus Zika infetta una gestante in questo periodo, il rischio di difetti alla nascita è minore, ma è comunque importante evitare l’infezione poiché ulteriori studi sono necessari per comprendere appieno i rischi.
Infezione da Zika e allattamento al seno
Sebbene il virus Zika sia stato rilevato nel latte materno infetto, non esiste evidenza che possa trasmettersi attraverso l’allattamento al seno. Gli studi sugli effetti a lungo termine del virus continuano, e i neonati infettati dal virus attraverso punture di zanzara presentano spesso sintomi lievi o nulli. I benefici dell’allattamento al seno superano i potenziali rischi legati al virus Zika. È cruciale che le donne incinte con infezione da Zika consultino un medico per ricevere consigli appropriati sull’allattamento.
L’impatto sulle future gravidanze
Le donne che sono state infettate dal virus Zika dovrebbero attendere prima di iniziare una nuova gravidanza, poiché il virus può persistere in fluidi corporei come saliva e urina. È consigliabile un’attesa di almeno otto settimane, anche in assenza di sintomi. Inoltre, poiché il virus può trasmettersi sessualmente, nel caso di un partner infetto, occorre posticipare il concepimento di almeno sei mesi.
Paesi interessati dal virus Zika
L’OMS definisce le aree colpite dal virus Zika in quattro categorie:
- Categoria 1: regioni che hanno registrato nuovi focolai dal 2015 o hanno ancora una trasmissione attiva del virus.
- Categoria 2: zone in cui il virus è presente dal 2015 o precedentemente, con trasmissione continua.
- Categoria 3: aree in cui la trasmissione si è interrotta, ma con potenziale di ripresa e diffusione.
- Categoria 4: regioni dove le zanzare Aedes aegypti sono presenti, ma senza segnalazioni di trasmissione, né attuali né passate.
Le donne in gravidanza dovrebbero evitare di viaggiare in Paesi classificati come categoria 1 o 2.
Misure preventive dopo il ritorno da un’area colpita da Zika
La prevenzione è fondamentale. Ci sono misure da adottare al rientro da aree colpite dal Zika, anche in assenza di sintomi, da seguire per tre settimane. Poiché il virus può trasmettersi attraverso rapporti sessuali, è essenziale monitorare i sintomi, che possono essere lievi. In caso di sospetti o sintomi preoccupanti, è importante consultare un medico.