10 cose da sapere sull’angioplastica
L’angioplastica è una procedura che prevede l’inserimento di un palloncino in un vaso sanguigno per espanderlo e migliorare il flusso del sangue. È comunemente utilizzata nel trattamento dell’aterosclerosi, una condizione che provoca il restringimento dei vasi sanguigni a causa dell’accumulo di placche. Se voi o una persona a voi cara dovete sottoporvi a un’angioplastica, proseguite nella lettura per scoprire le dieci cose più importanti da conoscere riguardo a questa tecnica.
L’angioplastica è una procedura minimamente invasiva
L’allargamento di un vaso sanguigno non richiede un intervento chirurgico tradizionale. Durante l’angioplastica, un catetere coronarico, un sottile tubo, viene introdotto in un vaso sanguigno nell’inguine o vicino al polso. Il palloncino viene guidato tramite il catetere fino al punto in cui il vaso è ristretto. Qui viene gonfiato, dilatando il vaso intorno ad esso. Dopo il gonfiaggio, il palloncino viene sgonfiato e rimosso.
La procedura può prevedere il posizionamento di uno stent permanente
Esiste la preoccupazione che, successivamente all’intervento, il vaso sanguigno possa nuovamente restringersi. Per prevenire tale evento, viene spesso inserito un dispositivo chiamato stent (un piccolo tubo a reticolo, solitamente in metallo o plastica) per mantenere il vaso aperto permanentemente. Con l’inserimento dello stent, il tasso di recidiva dell’ostruzione scende a meno del 10%.
L’angioplastica è generalmente non dolorosa
Secondo l’American Heart Association, l’angioplastica non è dolorosa. L’area di inserimento del catetere viene anestetizzata, per cui si avvertirà solo una leggera pressione e non dolore significativo. Il paziente resta vigile durante la procedura e può ricevere farmaci per aiutarsi a rilassarsi.
Dopo l’intervento, l’area di inserimento del catetere potrebbe apparire livida e risultare dolente al tatto: è un fenomeno normale. Informate il medico in caso di sanguinamento o rigonfiamenti dopo la procedura.
Preparazione per l’angioplastica
Prima dell’angioplastica, il medico potrebbe prescrivere una radiografia, un elettrocardiogramma e analisi del sangue per valutare se siete idonei all’intervento. Vi verrà probabilmente chiesto di rimanere a digiuno per 6-8 ore prima della procedura. Comunicate al medico eventuali farmaci che state assumendo, soprattutto quelli per il diabete, i quali potrebbero necessitare di modifiche prima dell’intervento.
La procedura viene eseguita da un cardiologo specializzato insieme a un team specializzato in un laboratorio di cateterismo cardiaco.
Dopo l’intervento, il paziente viene attentamente monitorato
Dopo la rimozione del catetere, viene applicata pressione per 15-20 minuti per fermare l’emorragia. Se il catetere è stato inserito nell’inguine, è necessario restare sdraiati per alcune ore per monitorare eventuali sanguinamenti o dolori al torace. Solitamente, i pazienti rimangono in ospedale una notte per un recupero sicuro.
La maggior parte dei pazienti assume aspirina in maniera indefinita dopo l’inserimento di uno stent, e possono essere prescritti anticoagulanti per 6-12 mesi per ridurre il rischio di coaguli di sangue nello stent.
È consigliato bere molto dopo l’angioplastica
Dopo la procedura, il personale sanitario consiglierà di bere molta acqua. Questo aiuta a eliminare il colorante di contrasto iodato, utilizzato durante l’angioplastica per visualizzare meglio i vasi sanguigni nelle immagini radiografiche.
L’alternativa all’angioplastica è il bypass
Per chi è affetto da aterosclerosi, il rischio di infarto è elevato. L’angioplastica migliora la qualità di vita dei pazienti con angina e riduce il rischio di infarto, evitando l’intervento di bypass aorto-coronarico (CABG), solitamente più invasivo. Il bypass comporta l’utilizzo di vasi sanguigni di un’altra parte del corpo per bypassare arterie danneggiate. Potenziali complicazioni del bypass includono sanguinamento, aritmie, coaguli, infezioni, insufficienza renale, febbre, perdita di memoria, infarto o ictus.
Complicazioni e rischi
L’angioplastica è efficace nel 90-95% dei pazienti. Nel restante 5-10% possono sorgere complicazioni, spesso dovute a difficoltà tecniche durante la procedura o a un’improvvisa occlusione dell’arteria coronaria. Quest’ultima può verificarsi per diverse ragioni, inclusi i traumi delle pareti interne dei vasi sanguigni, la formazione di coaguli, la costrizione arteriosa o il rimbalzo elastico dell’arteria.
Raramente, l’angioplastica può causare un attacco cardiaco.
Stile di vita dopo l’angioplastica
Immediatamente dopo l’angioplastica, si devono evitare attività fisicamente impegnative e il sollevamento di pesi. Il medico vi consiglierà quando potrete riprendere appieno le attività fisiche.
Se prima dell’intervento soffrivate di angina, potreste sentirne un notevole sollievo post-procedura. Ossia, sarete in grado di svolgere attività fisica senza il dolore al petto.
Sebbene l’arteria sia stata dilatata, questo non elimina la malattia cardiaca. Continuate a seguire le prescrizioni mediche e mantenete uno stile di vita salutare:
- Mantenere un peso salutare
- Tenere sotto controllo i livelli di colesterolo
- Smettere di fumare
- Gestire il diabete
- Controllare regolarmente la pressione sanguigna
- Praticare regolare attività fisica
Effettuare controlli regolari
Dopo l’angioplastica, potrebbe essere necessario sottoporsi a visite di controllo regolari. È importante non trascurare questi appuntamenti.
Se doveste percepire dolore al petto, difficoltà respiratorie o sintomi che possano essere segni di angina o infarto, cercate immediatamente assistenza medica.