I farmaci per l’osteoporosi possono causare danni alle ossa?
Alcuni farmaci utilizzati per trattare l’osteoporosi sono stati associati a un aumento del rischio di due rari ma gravi effetti collaterali: l’osteonecrosi della mandibola e un tipo atipico di frattura del femore (osso della coscia).
L’osteonecrosi della mandibola può insorgere dopo una lesione minore, come l’estrazione di un dente, e si manifesta con un rallentamento nella guarigione della ferita. Una frattura atipica del femore può iniziare con un dolore alla coscia o all’inguine, inizialmente lieve, che peggiora gradualmente. In alcuni casi, il dolore può manifestarsi simultaneamente in entrambe le gambe. Se non trattata, questa condizione può evolvere in una frattura completa del femore, necessitando di un intervento chirurgico, anche in assenza di sforzi eccessivi.
I bifosfonati, tra cui l’alendronato (Fosamax, Binosto), il risedronato (Actonel, Atelvia), l’ibandronato (Boniva) e l’acido zoledronico (Reclast, Zometa), oltre al denosumab (Prolia, Xgeva), sono stati associati a casi di osteonecrosi della mandibola e fratture atipiche del femore.
Il rischio di queste complicazioni sembra aumentare con la durata del trattamento farmacologico.
Oltre al trattamento dell’osteoporosi, i bifosfonati e il denosumab sono impiegati anche nella gestione del cancro metastatico alle ossa. In questo caso, il rischio di osteonecrosi della mandibola è significativamente più alto per chi riceve dosi elevate per il cancro rispetto a chi assume questi farmaci per l’osteoporosi.
È importante discutere con il proprio medico i benefici dei farmaci nel ridurre il rischio di fratture e le possibili disabilità, paragonati agli effetti collaterali e queste rare complicazioni. Per la maggior parte dei pazienti con osteoporosi, i benefici del trattamento superano nettamente i rischi di queste rare complicazioni.