Cos’è un ventilatore e quale funzione svolge?
Il ventilatore è un dispositivo di supporto vitale utilizzato per assistere la funzione dei polmoni quando essi non sono in grado di operare autonomamente. Sebbene generalmente destinato all’uso a breve termine, alcuni pazienti possono aver bisogno del ventilatore per periodi prolungati o in modo permanente. Questa tecnologia avanzata permette alle squadre mediche di effettuare interventi chirurgici e di prolungare la vita di persone in fase di recupero da malattie o traumi gravi. Tuttavia, l’uso dei ventilatori presenta dei rischi e non sempre risulta vantaggioso per ogni situazione.
Come funzionano i ventilatori
I ventilatori regolano il flusso di aria e ossigeno al paziente, gestendo la fase di inspirazione ed espirazione. In situazioni in cui i polmoni di una persona non possono gestire autonomamente adeguate quantità di ossigeno, un medico seda il paziente e somministra un paralizzante per bloccare la respirazione. Successivamente, un operatore sanitario intuba il paziente introducendo un tubo di plastica nella trachea attraverso le corde vocali, permettendo al ventilatore di fornire piccole quantità di aria medicalmente preparata (21% di ossigeno e 70% di azoto) ai polmoni. Il ventilatore applica una pressione per facilitare l’inspirazione, con l’aria che passa attraverso un umidificatore prima di arrivare ai polmoni e successivamente essere rilasciata tramite un altro tubo. L’espirazione avviene passivamente, con i polmoni che si contraggono naturalmente per espellere l’aria.
Come ci si sente
L’utilizzo del ventilatore di solito non provoca dolore, ma alcuni pazienti possono avvertire fastidio a causa della presenza del tubo nel naso o nella bocca, oltre a sensazioni di disagio quando l’aria viene immessa nei polmoni. Le persone sotto ventilazione non possono parlare o mangiare, e talvolta si può verificare un tentativo di espirazione mentre il ventilatore immette aria. In tali circostanze, il paziente potrebbe necessitare di sedativi o agenti bloccanti neuromuscolari per sincronizzare la respirazione con il ventilatore. Questo supporto viene ridotto il più presto possibile, e sempre prima di togliere il ventilatore.
Per gli interventi chirurgici
Il ventilatore è impiegato durante gli interventi chirurgici quando una persona è sotto anestesia generale. Poiché i farmaci sedativi possono compromettere la respirazione, il ventilatore assicura che la respirazione del paziente continui durante l’operazione. In genere, il ventilatore viene rimosso prima che il paziente si risvegli, una volta terminato l’effetto dell’anestesia e quando il paziente può nuovamente respirare autonomamente. A seconda della natura dell’intervento, il paziente potrebbe aver bisogno del ventilatore per alcune ore o giorni successivi alla procedura, ma spesso l’uso è limitato a un breve lasso di tempo. Dopo l’intervento, molti pazienti non si rendono conto di essere stati collegati a un ventilatore, se non per la sensazione di lieve mal di gola.
Per le malattie
I ventilatori sono anche utilizzati nel trattamento di malattie polmonari gravi e altre condizioni che compromettono la respirazione normale. Questi apparecchi agevolano la respirazione in pazienti con difficoltà respiratorie e mancanza di respiro. Idealmente, il ventilatore viene utilizzato temporaneamente fino a quando un trattamento ripristina la capacità del paziente di respirare normalmente. Se un paziente non recupera la capacità di respirare autonomamente, potrebbe necessitare del ventilatore a tempo indeterminato. Le problematiche che possono compromettere la funzionalità polmonare includono:
- Sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS)
- Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)
- Polmonite
- Sclerosi laterale amiotrofica (SLA), lesioni della parte superiore del midollo spinale e altre condizioni che influenzano muscoli e nervi coinvolti nella respirazione
- Ictus o lesioni cerebrali
- Overdose di farmaci
Ventilatori portatili
Il flusso d’aria nei polmoni è essenziale, rendendo il ventilatore portatile un’attrezzatura fondamentale per i trasporti in terapia intensiva. Questi dispositivi possono essere manuali o automatici. I ventilatori medici portatili sono comunemente usati per trasportare feriti dal luogo dell’incidente agli ospedali e per spostare pazienti neonatali e pediatrici verso centri di cura specializzati.
Ventilatori domestici
Le persone che subiscono ricoveri frequenti a causa di alti livelli di anidride carbonica, che soffrono di obesità o hanno una bassa frequenza respiratoria durante il sonno, possono beneficiare dell’uso di ventilatori domestici. Questi dispositivi regolano la respirazione e la pressione necessaria per garantire un adeguato volume di respiro. I ventilatori domestici possono essere utilizzati attraverso una maschera che copre naso e bocca o collegati a un tubo tracheostomico.
Ventilatore vs. Respiratore
Sebbene spesso confusi, un ventilatore e un respiratore sono dispositivi significativamente diversi. Un respiratore è una maschera protettiva che non facilita la respirazione, ma piuttosto previene l’inalazione di particelle nocive sospese nell’aria, come polvere, sostanze chimiche e virus. Le maschere N95 sono respiratori utilizzati frequentemente dagli operatori sanitari a contatto con pazienti infetti o individui con sistema immunitario compromesso.
Rischio di danni ai polmoni
L’uso del ventilatore può danneggiare il tessuto polmonare, a seconda dell’intensità del flusso d’aria forzato dall’apparecchio. Alcuni pazienti richiedono pressioni pericolosamente elevate a causa di un’infiammazione polmonare estesa, e livelli elevati di ossigeno possono risultare tossici. Una condizione nota come pneumotorace può verificarsi quando l’aria fuoriesce dai polmoni, causando il collasso di questi organi vitali.
Altri rischi
L’infezione è un’altra complicazione potenziale dell’uso del ventilatore, poiché il tubo che fornisce aria ai polmoni può funzionare come veicolo per i batteri. Molti pazienti in ventilazione sviluppano una polmonite associata al ventilatore (VAP), trattabile con antibiotici. Gli operatori sanitari si impegnano a prevenire questa condizione sollevando la testa del paziente quando possibile, monitorando le sue capacità respiratorie autonome e adottando metodologie igieniche rigorose. I pazienti ventilati sono anche a rischio di sviluppare coaguli di sangue e infezioni cutanee, complicazioni spesso associate a mobilità ridotta e condizioni di salute. L’uso di tubi endotracheali può causare infezioni dei seni paranasali, e il danno alle corde vocali è un altro potenziale effetto collaterale.
Quando non c’è miglioramento
Nei casi in cui i danni ai polmoni sono così estesi che la ventilazione non risulta efficace, il personale sanitario valuta con il paziente o chi lo rappresenta le opzioni relative alla continuazione del supporto ventilatorio. Se le condizioni di un individuo incosciente continuano a peggiorare, potrebbe essere presa la decisione di interrompere l’uso del ventilatore, consentendo il naturale decorso della situazione fino al decesso.