10 cause di artrite

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10 cause dell’artrite

L’artrite è una comune malattia articolare che presenta oltre 100 varianti, con sintomi tipici come dolore e gonfiore delle articolazioni. Nei casi più severi, può compromettere la mobilità. Colpisce persone di ogni età ed etnia, ma è più frequente tra le donne e gli anziani. Le stime indicano che circa un americano su cinque potrebbe sviluppare questa condizione. Sebbene le cause esatte siano ancora oggetto di ricerca, si sa che fattori genetici, ambientali e legati allo stile di vita possono influenzarne l’insorgenza.

Artrite ereditaria

Studi evidenziano che individui con un familiare affetto da artrite hanno un rischio maggiore di sviluppare la malattia. Il maggiore fattore genetico di rischio per l’artrite reumatoide è la mutazione nei geni dell’antigene leucocitario umano (HLA), in particolare nell’HLA-DRB1. Questa mutazione aumenta la predisposizione, ma non determina con certezza l’insorgere della malattia. Molte persone che soffrono di artrite, infatti, non presentano questa variazione genetica.

Il genere è importante?

La relazione tra artrite e genere non è del tutto chiara, ma le statistiche mostrano che le donne sono più spesso colpite rispetto agli uomini. Oltre due terzi delle persone con artrite reumatoide sono donne, e gli esperti ritengono che cambiamenti ormonali possano giocare un ruolo significativo. Notano, ad esempio, che i sintomi tendono a diminuire durante la gravidanza ma possono ricomparire dopo il parto. Anche l’osteoartrite è più comune tra le donne anziane.

Età avanzata

L’artrite reumatoide solitamente si manifesta tra i 30 e i 50 anni, ma il rischio aumenta con l’età, soprattutto per l’osteoartrite, una forma degenerativa. Gli esperti suggeriscono che decenni di usura delle articolazioni sono una ragione per cui le persone anziane sono più esposte.

Massa corporea

Anche il peso corporeo può influire sullo sviluppo dell’artrite. Il peso eccessivo esercita pressione sulle articolazioni, indebolendole e rendendole suscettibili alla degenerazione. Mantenere un peso sano può ridurre il rischio e l’aggravarsi dei sintomi. L’alimentazione influisce sul peso e si è inoltre riscontrato che la dieta mediterranea può aiutare a ridurre l’infiammazione associata all’osteoartrite.

Condizioni di lavoro

Lo stile di vita può avere un ruolo nel rischio di artrite. Lavori che richiedono attività ripetitive o fisicamente stressanti aumentano il rischio, come accade per l’avanzare dell’età. Attività che comportano il trasporto di carichi pesanti o il lavoro in catena di montaggio possono predisporre a problemi articolari.

Problemi del sistema immunitario

L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune che si verifica quando il sistema immunitario attacca erroneamente le cellule sane delle articolazioni, causando infiammazione e sintomi artritici. Anche se l’osteoartrite è degenerativa e legata all’età, recenti studi indicano che le disfunzioni immunitarie possono influenzarla.

Infezioni che causano l’artrite

Le infezioni batteriche possono causare un tipo di artrite chiamato “artrite reattiva”, difficile da individuare e che può colpire persone di tutte le età, prevalentemente giovani. Questo tipo di artrite può durare da settimane a sei mesi e richiede antibiotici per trattare l’infezione sottostante.

Lesioni che scatenano l’artrite

Traumi agli arti o alle articolazioni, come quelli derivanti da infortuni sportivi o incidenti automobilistici, possono aumentare il rischio di sviluppare artrite nelle aree colpite. Sebbene il meccanismo non sia chiaro, le statistiche evidenziano frequentemente questa correlazione.

Fumo e artrite

Gli studi dimostrano che i fumatori hanno un rischio maggiore di sviluppare artrite, con sintomi più gravi rispetto ai non fumatori. Anche l’esposizione al fumo passivo è stata associata a un aumento del rischio di artrite, in particolare reumatoide.

Inquinanti ambientali

Recenti studi indicano un possibile legame tra artrite e inquinanti ambientali, come l’inquinamento atmosferico e l’esposizione a pesticidi. Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere completamente l’impatto di questi fattori sulle malattie autoimmuni.