Colangiopancreatografia endoscopica retrograda (ERCP)

Home / Test Diagnostici e Procedure Mediche / Colangiopancreatografia endoscopica retrograda (ERCP)

In cosa consiste l’esame?

Questa procedura utilizza i raggi X e un endoscopio per visualizzare l’interno dell’apparato digerente, permettendo di diagnosticare problemi quali tumori, calcoli biliari e infiammazioni del fegato, della cistifellea, dei dotti biliari o del pancreas. Il medico può ricorrere a questo esame per indagare le cause di ittero, dolori addominali superiori o inspiegabili perdite di peso.

Come mi preparo all’esame?

Per una settimana prima dell’esame, è consigliabile evitare l’assunzione di aspirina o altri antinfiammatori non steroidei (FANS), poiché possono irritare la mucosa gastrica e aumentare il rischio di sanguinamenti durante la procedura. È importante informare il medico se si stanno assumendo farmaci anticoagulanti o per il diabete. Coloro che hanno problemi alle valvole cardiache potrebbero necessitare di antibiotici prima dell’intervento. Si deve evitare di mangiare o bere nelle otto ore precedenti l’esame, che deve essere effettuato a stomaco vuoto.

È fondamentale informare il medico in caso di allergia allo iodio, utilizzato durante la procedura. Organizzatevi affinché qualcuno possa accompagnarvi a casa, poiché i farmaci somministrati durante l’esame inducono sonnolenza.

Cosa succede durante l’esecuzione del test?

L’esame è condotto da un gastroenterologo in una sala operatoria o ospedaliera. Di solito viene somministrato un sedativo tramite flebo. Durante la procedura si indossa un camice ospedaliero e si è posizionati su un fianco, appoggiati a uno schienale su un tavolo per radiografie. Se si indossa una dentiera, va rimossa. Un anestetico locale viene spruzzato in gola per prevenire il riflesso del vomito (sensazione di soffocamento) quando l’endoscopio viene inserito. L’endoscopio ha un diametro di circa un centimetro e una lunghezza di due metri e mezzo, ed è dotato di una luce all’estremità. Dispone anche di aperture che consentono al medico di insufflare aria, spruzzare liquidi o aspirare liquidi o aria.

Al momento dell’inserimento del tubo in gola, si chiede al paziente di deglutire per facilitare il passaggio dell’endoscopio nell’esofago. Si potrebbe avvertire una pressione sulla gola e una sensazione di “pienezza” nello stomaco. Il medico o un assistente spinge delicatamente il tubo fino al duodeno, la prima parte dell’intestino tenue.

Successivamente, il medico utilizza un tubo sottile chiamato cannula, introdotto attraverso l’endoscopio, e posiziona la punta nel dotto biliare o nel dotto pancreatico. Questi dotti sono percorsi naturali di tessuto che drenano i fluidi dal fegato e dal pancreas. Quando la cannula è posizionata, il medico inietta un mezzo di contrasto (solitamente iodio) attraverso di essa, che rende i dotti visibili ai raggi X, evidenziando eventuali ostruzioni, come calcoli biliari o tumori, o dilatazioni anomale dei dotti. Questo può apparire anche nella figura radiografica della cistifellea, che è connessa al dotto biliare. L’esame consente inoltre al medico di visualizzare il fegato e il tessuto pancreatico intorno ai dotti.

A seconda dei risultati delle radiografie, il medico può eseguire vari interventi utilizzando strumenti introdotti tramite l’endoscopio. È possibile rimuovere calcoli biliari o prelevare campioni di tessuto sospetto. I dotti biliari ristretti possono essere dilatati con uno stent, un dispositivo tubolare introdotto attraverso l’endoscopio. L’esame può durare tra 30 minuti e due ore, a seconda delle necessità.

Quali sono i rischi dell’esame?

La complicazione più comune è il dolore addominale dopo la procedura, causato da un’infiammazione del pancreas (pancreatite). Altre complicazioni, pur rare, possono includere aspirazione di saliva nei polmoni, infezioni e emorragie.

Devo seguire istruzioni speciali dopo l’esame?

In genere, il paziente viene monitorato per una o due ore dopo il test. Dopo che l’effetto della sedazione si dissipa, ossia di solito dopo un’ora o due, può tornare a casa, accompagnato da qualcuno. Si possono bere liquidi chiari quando il riflesso gastrico ritorna, solitamente entro due o quattro ore. Dopo, si può riprendere l’alimentazione normale salvo indicazioni diverse.

Contattate il medico se si manifestano vertigini, dolore toracico, dolore addominale, mal di schiena, difficoltà o dolore alla deglutizione, febbre, feci nere o catramose, o vomito simile a fondi di caffè, perché potrebbero indicare un’emorragia interna.

Quanto tempo occorre per conoscere i risultati dell’esame?

I risultati sono solitamente disponibili entro uno o due giorni, ma in caso di emergenza possono essere pronti in un’ora.