Storia, cause ed effetti dell’abetalipoproteinemia
L’abetalipoproteinemia è una malattia genetica rara che interferisce con la capacità dell’intestino di assorbire grassi, colesterolo e vitamine liposolubili. A causa della ridotta disponibilità di queste sostanze, le persone affette manifestano sintomi progressivi che colpiscono diverse funzioni corporee essenziali, tra cui la vista, l’hematologia e il sistema nervoso e gastrointestinale. Tuttavia, con una diagnosi e un trattamento tempestivi, i medici possono rallentare la progressione della malattia e migliorare le prospettive dei pazienti.
Causa
L’abetalipoproteinemia è causata da mutazioni nel gene MTTP, che è responsabile della produzione delle proteine MTP. Queste proteine sono essenziali per la formazione delle beta-lipoproteine, importanti per il trasporto di colesterolo, grassi e vitamine liposolubili dall’intestino al flusso sanguigno, per poi essere assorbite dai vari tessuti del corpo. Le mutazioni interrompono la produzione di MTP, portando all’incapacità di trasportare questi nutrienti essenziali e causando così diverse carenze nutrizionali.
La storia
Il primo caso di abetalipoproteinemia venne descritto dai dottori Bassen e Kornzweig nel 1950, e la malattia fu inizialmente conosciuta come sindrome di Bassen-Kornzweig. Nel 1960, H. B. Salt identificò l’assenza di beta-lipoproteina sierica in un paziente, portando all’adozione del termine abetalipoproteinemia. Ulteriori studi nel tempo hanno contribuito a chiarire la causa genetica della patologia.
Sintomi precoci
La diagnosi di abetalipoproteinemia avviene spesso durante l’infanzia, in quanto i sintomi si manifestano sin dai primi mesi di vita. Segni iniziali includono feci voluminose e maleodoranti, vomito, diarrea e gonfiore addominale. Senza interventi terapeutici, i bambini colpiti non riescono ad aumentare di peso o a crescere normalmente, fenomeno noto come “fallimento di crescita”. La carenza di assorbimento dei grassi impedisce anche l’assorbimento delle vitamine liposolubili, risultando in carenze vitaminiche significative. Questi individui mancano anche di lipoproteine contenenti apolipoproteina B nel sangue, che si traduce in bassi livelli di trigliceridi, fosfolipidi e colesterolo.
Sintomi generali
Con l’età, i sintomi dell’abetalipoproteinemia possono evolversi e aggravarsi. Molti pazienti sviluppano atassia, che si manifesta come una ridotta coordinazione motoria. Altri sintomi neurologici comunemente osservati includono riflessi tendinei deboli, tremori, debolezza muscolare e difficoltà di eloquio. Sono frequenti anche anomalie ematologiche e complicazioni epatiche come fibrosi e cirrosi. Alcuni pazienti presentano anche alterazioni scheletriche derivanti da squilibri muscolari a causa della carenza di nutrienti essenziali.
Carenze vitaminiche
Le principali carenze vitaminiche causate dall’abetalipoproteinemia riguardano le vitamine A ed E. Si sospetta che la mancanza di queste vitamine sia collegata alla retinite pigmentosa, una patologia degenerativa della retina che causa cecità notturna, limitazione del campo visivo e della percezione dei colori. Senza un trattamento adeguato, può portare alla cecità totale. La carenza di vitamina K può invece causare anomalie della coagulazione del sangue e anemia.
Genetica
L’abetalipoproteinemia segue un modello di eredità autosomica recessiva, il che significa che entrambe le copie del gene MTTP devono essere mutate affinché la malattia si manifesti. Entrambi i genitori devono avere e trasmettere la mutazione affinché il figlio ne risulti affetto. Persone portatrici della mutazione possono non avere alcun sintomo e non essere consapevoli del rischio genetico.
Popolazioni colpite
L’abetalipoproteinemia è una condizione estremamente rara, con una frequenza inferiore a una persona su un milione. Non si osservano differenze significative in base al sesso o all’etnia, ma è più comune in comunità con un’alta incidenza di matrimoni tra consanguinei, aumentando la probabilità di avere figli con due copie del gene MTTP mutato.
Diagnosi
Diagnosticare l’abetalipoproteinemia richiede una valutazione clinica approfondita e test di conferma multipli. I test più comuni valutano i livelli di lipidi e beta-lipoproteine nel sangue e l’integrità dei globuli rossi per individuare anomalie ematiche. Analisi del sangue per i livelli di vitamine liposolubili sono essenziali, così come valutazioni neurologiche e oculistiche complete. I test genetici molecolari possono individuare mutazioni nel gene MTTP.
Trattamento
Trattare l’abetalipoproteinemia è complesso e richiede spesso un team di specialisti per elaborare un piano terapeutico personalizzato. Il trattamento si concentra solitamente sulla gestione dei sintomi e sul rallentamento della progressione della malattia. La terapia dietetica con diete a basso contenuto di grassi e l’integrazione di elevate dosi di vitamine liposolubili possono migliorare le condizioni dei pazienti. Monitoraggi continui dei livelli di lipidi e vitamine sono cruciali per adattare il trattamento nel tempo.
Terapia genica
Recentemente, la terapia genica è stata studiata come possibile trattamento per l’abetalipoproteinemia. L’approccio prevede l’inserimento di un gene MTTP normale nel corpo di una persona affetta, permettendo la produzione della proteina MTP per formare beta-lipoproteine. Se efficace, la terapia genica potrebbe arrestare la progressione della malattia. Tuttavia, ci sono ancora molte barriere tecnologiche e scientifiche da superare prima che diventi una realtà terapeutica praticabile.