Che cos’è?
La sindrome del seno malato è un termine che racchiude tre tipi di problemi del ritmo cardiaco (aritmie):
- Bradicardia sinusale, che comporta una frequenza cardiaca ridotta
- Tachicardie, che risultano in una frequenza cardiaca accelerata, spesso seguita da una frequenza molto rallentata. Tra queste rientrano la fibrillazione atriale, il flutter/tachicardia atriale e la tachicardia sopraventricolare
- Bradicardia-tachicardia, una condizione che presenta un’alternanza di ritmi cardiaci lenti e veloci
Queste aritmie sono causate da un malfunzionamento di una parte del cuore chiamata nodo del seno. Questo gruppo di cellule specializzate, situato nella camera superiore destra del cuore, regola il ritmo cardiaco tramite segnali elettrici che indicano al cuore di battere. Nei soggetti con sindrome del seno malato, questi segnali non vengono emessi in maniera costante.
La sindrome del seno malato non è molto comune. Determinare il numero esatto delle persone affette è difficile perché spesso non causa sintomi evidenti; pertanto, molte persone potrebbero esserne affette senza saperlo. Uno studio stima che la sindrome del seno malato colpisce circa una persona su 600 con malattie cardiovascolari di età superiore ai 65 anni ed è ancora meno frequente nei più giovani. L’età media delle persone affette è circa 68 anni. Tra le aritmie che costituiscono la sindrome del seno malato, la bradicardia sinusale è la più diffusa.
Le cause precise della sindrome del seno malato non sono del tutto chiare, ma è noto che i disturbi che provocano cicatrici, degenerazione o danni al cuore possono scatenarla. Tra questi ci sono:
- Malattia degenerativa idiopatica (cambiamenti nell’area del cuore intorno al nodo del seno con l’invecchiamento)
- Malattia cardiovascolare
- Attacco cardiaco
- Ipertensione arteriosa
- Difetti strutturali del cuore
Alcuni farmaci possono peggiorare i ritmi cardiaci anomali. Tra essi, diversi sono prescritti per vari problemi cardiaci, tra cui:
- Digitale (nota anche come digossina)
- Calcio-antagonisti
- Beta-bloccanti
- Farmaci antiaritmici
I sintomi
Spesso, la sindrome del seno malato è asintomatica. Quando compaiono sintomi, questi possono essere piuttosto vaghi e confusi con altri disturbi, rendendo difficile una diagnosi basata solo sui sintomi.
I sintomi possono includere:
- Affaticamento
- Ridotta tolleranza all’esercizio fisico
- Vertigini o capogiri
- Svenimento o sensazione di svenimento
- Palpitazioni
- Mancanza di respiro
A lungo termine, la sindrome del seno malato può aumentare il rischio di ictus e insufficienza cardiaca, oltre alla possibilità di lesioni in caso di svenimento.
Diagnosi
Il medico potrebbe sospettare la sindrome del seno malato in presenza di un battito cardiaco molto lento o irregolare durante la visita. Tuttavia, i pazienti possono avere un battito normale al momento della visita se non manifestano alcun sintomo allora.
In caso di anomalia riscontrata nella frequenza cardiaca, il medico esaminerà i farmaci assunti per escludere che contribuiscano al problema. Un elettrocardiogramma (ECG) verrà eseguito per rilevare eventuali aritmie, anche se potrebbe non identificare con certezza la causa del disturbo, richiedendo ulteriori indagini.
Uno dei test più comuni per la sindrome del seno malato è il monitoraggio Holter. Simile all’ECG, monitora l’attività elettrica del cuore tramite elettrodi, registrando i dati su un piccolo dispositivo. Indossando il monitor Holter, si proseguono le attività quotidiane e, al manifestarsi di sintomi, si annotano l’ora e la data. Il medico poi confronta questi dettagli con le anomalie registrate.
Se la diagnosi rimane incerta, lo specialista potrebbe proporre uno studio elettrofisiologico (EPS), una procedura invasiva utilizzata quando altri test non risultano esaustivi.
Durante lo studio, un cardiologo inserisce un tubo sottile, detto catetere, nell’inguine, facendolo avanzare fino al cuore. Dotato di strumenti miniaturizzati, tra cui una telecamera, il catetere permette al medico di visualizzare le immagini su uno schermo in sala operativa. Altri strumenti presenti sulla punta del catetere rilevano gli schemi elettrici e possono fungere da pacemaker temporaneo, stimolando il cuore con leggere scosse elettriche impercettibili.
Il cardiologo utilizza il pacemaker per variare il ritmo cardiaco, osservando poi la risposta delle vie elettriche mediante l’ECG. Solitamente il ritmo cardiaco viene accelerato, poi il pacemaker è spento per alcuni secondi. Il nodo del seno dovrebbe rispondere all’assenza di attività elettrica, se ciò non avviene è possibile trattarsi di sindrome del seno malato.
Durata prevista
La sindrome del seno malato non si risolve spontaneamente. Sebbene possa non causare problemi per lungo tempo, la condizione tende a peggiorare nel tempo.
La prevenzione
Non sempre è possibile prevenire la sindrome del seno malato. Tuttavia, sincerarsi di prevenire condizioni che possono causarla (come sopra elencato) potrebbe migliorare la salute cardiovascolare generale. Seguire una dieta equilibrata, fare esercizio fisico, mantenere un peso sano ed evitare il fumo possono prevenire vari problemi cardiaci. Anche i farmaci possono risultare necessari nella prevenzione delle malattie cardiache.
Trattamento
In assenza di sintomi, il trattamento potrebbe non essere necessario. Se un farmaco sembra essere la causa, il medico potrebbe suggerire di sospenderlo.
Per le persone con bradicardia sinusale e sintomi associati, si richiede spesso l’impianto di un pacemaker permanente. Questo dispositivo piccolo viene installato sotto la pelle del torace durante un intervento chirurgico e regolamenta il ritmo cardiaco con impulsi elettrici.
Chi è affetto da sindrome del seno malato con battito accelerato può non tollerare i farmaci che riducono la frequenza cardiaca, esistendo il rischio che possano fermare il battito. Anche per questi pazienti è solitamente richiesto un pacemaker permanente.
Quando chiamare un professionista
Contattare un medico in presenza dei sintomi sopra riportati.
Prognosi
La prognosi di chi ha la sindrome del seno malato varia notevolmente in base al tipo di aritmia, l’età e altri eventuali problemi cardiaci presenti. In generale, la sindrome tende a peggiorare nel tempo, ma con l’impianto di un pacemaker per controllare le aritmie, la situazione dei pazienti migliora significativamente.