Che cos’è la triade dell’atleta donna?

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Cos’è la triade dell’atleta femminile?

La triade dell’atleta femminile è una sindrome costituita da un insieme di tre condizioni di salute che affliggono le donne dedite allo sport, solitamente a livello scolastico o universitario. È una diagnosi relativamente recente, caratterizzata da un costante squilibrio tra l’energia consumata e quella assunta dall’atleta, che porta a sintomi pericolosi e spesso irreversibili. La triade può manifestarsi anche in donne che non praticano sport, ma è decisamente più comune tra le atlete. Poiché può portare a complicazioni mediche serie, è fondamentale comprendere la triade dell’atleta, i suoi sintomi e i suoi trattamenti.

Atlete a rischio

Le atlete universitarie sono particolarmente a rischio di sviluppare la triade dell’atleta femminile, specialmente coloro che praticano sport dove la forma fisica e l’aspetto corporeo sono considerati di fondamentale importanza, come la ginnastica, il nuoto o il pattinaggio. Anche chi pratica sport di squadra o competizioni di resistenza, come softball, basket, sollevamento pesi e atletica leggera, è ad alto rischio. Sebbene la sindrome possa colpire anche donne non sportive, coloro che sono attivamente coinvolte in allenamenti intensivi presentano una maggiore probabilità di sviluppare questa condizione.

Riconosciuta dall’American College of Sports Medicine

La triade dell’atleta femminile è stata identificata per la prima volta dall’American College of Sports Medicine. L’ACSM monitorizza le tendenze e gli sviluppi negli sport, sia amatoriali che professionali, notando che le atlete sono inclini a sviluppare congiuntamente queste tre condizioni. Molte università formano specificamente allenatori e preparatori atletici per riconoscere i segni e i sintomi della triade femminile, consentendo interventi preventivi prima che si verifichino danni permanenti. Poiché le cause comprendono la dismorfia corporea, è spesso difficile per le atlete riconoscere autonomamente la presenza di questa sindrome senza il supporto esterno di figure di fiducia come allenatori e preparatori.

Sintomo: alimentazione disordinata

Il primo sintomo della triade è l’alimentazione disordinata, che può essere intenzionale o meno. Le donne affette dalla triade dell’atleta sviluppano spesso disturbi alimentari a causa della dismorfia corporea associata al loro sport. Pertanto, tendono a bruciare più energia di quanta ne assumano attraverso la dieta, il che porta alla perdita di peso. Ciò può avvenire mediante diete restrittive, purghe o eccessive sessioni di allenamento, o una combinazione di tali pratiche. Le ginnaste, in particolare, sono più soggette ai disturbi alimentari rispetto alla maggior parte degli atleti. Tuttavia, anche atleti di altre discipline possono sentirsi spinti a ridurre il proprio peso o a intensificare l’allenamento, sviluppando così la triade senza problemi di percezione corporea.

Sintomo: assenza di mestruazioni

Il secondo sintomo della triade è l’assenza di mestruazioni. Le atlete che adottano schemi di alimentazione disordinata e di allenamento eccessivo fin dalla giovane età possono non aver mai avuto il ciclo mestruale. Per molto tempo, allenatori e atlete hanno erroneamente considerato questo fenomeno comune tra le sportive. Solo di recente, l’ACSM ha chiarito che tutte le atlete dovrebbero avere cicli mestruali regolari, a prescindere dal loro livello di attività. Questo importante aggiornamento deriva dalla scoperta che l’amenorrea è un segnale di cattiva alimentazione e di dispendio energetico superiore rispetto all’apporto, piuttosto che di semplice attività fisica intensa.

Sintomo: osteoporosi

L’ultimo sintomo della triade è l’osteoporosi, una condizione in cui le ossa diventano fragili e più soggette a fratture a causa della bassa densità ossea. Le atlete con triade possono avere un rischio maggiore di fratture da stress e altre lesioni ossee a causa della carenza di nutrienti necessari per mantenere la salute delle ossa. Nutrienti come il calcio e la vitamina D non vengono consumati in quantità sufficienti a causa di restrizioni dietetiche, eccessive sessioni di allenamento che portano a un elevato consumo di energia. Di conseguenza, queste atlete sono più propense a ferirsi nonostante un allenamento intenso.

Trattamento: Aumentare l’assunzione di cibo

Per chi soffre di triade dell’atleta femminile, intraprendere il percorso di recupero può sembrare scoraggiante. Uno dei primi passi da compiere è aumentare gradualmente l’assunzione di cibo. Aggiungere piccoli snack energetici come carote con burro di arachidi o yogurt con frutta è un buon inizio. Durante i pasti, aumentare le porzioni lentamente nel tempo. Un nutrizionista o un medico con esperienza nel trattamento di giovani atlete può aiutare a sviluppare un piano alimentare adeguato alle specifiche necessità energetiche. Per chi soffre di dismorfia corporea o disturbi alimentari intenzionali, un sostegno psicologico può contribuire a cambiare la percezione della propria immagine corporea e della salute.

Trattamento: Diminuire i livelli di allenamento

Quando l’energia consumata supera significativamente quella assunta, ridurre i livelli di allenamento può essere un buon modo per alleviare i sintomi della triade dell’atleta. Diminuire l’intensità e la durata delle sessioni di allenamento riduce l’energia richiesta. Anche una riduzione del 10-15% nell’allenamento può aiutare le atlete a restare competitive, permettendo al contempo al loro corpo di assorbire meglio i nutrienti essenziali. Discutere con l’allenatore e il medico per modificare il programma di allenamento può garantire che questo sia sostenibile e salutare a lungo termine.

Trattamento: Integratori e vitamine

Incrementare l’assunzione di cibo e ridurre l’intensità degli allenamenti sono cambiamenti da intraprendere gradualmente nel tempo. È fondamentale evitare che i sintomi della triade peggiorino nel frattempo. Con la supervisione di medici e allenatori, l’utilizzo di integratori di calcio, ferro e vitamine può essere utile per limitare ulteriori danni. Tuttavia, è sempre preferibile ottenere questi nutrienti da fonti alimentari piuttosto che da integratori. Il loro uso dovrebbe essere limitato nel tempo, salvo diversa indicazione medica.

Rischi: Danni a lungo termine

Uno dei principali problemi legati alla triade dell’atleta femminile è che i danni risultanti sono spesso a lungo termine piuttosto che immediati. Questo porta molte donne a ignorare i sintomi meno evidenti, trascurandone le future conseguenze. Sfortunatamente, i danni a ossa, apparato riproduttivo e altri sistemi corporei possono essere irreversibili. In età avanzata, donne che hanno sofferto della triade durante il liceo o l’università possono trovarsi ad affrontare problemi come infertilità o frequentemente fratture da stress. Riconoscere e trattare tempestivamente la condizione è quindi di fondamentale importanza.

Come aiutare

Se conoscete qualcuno a rischio di sviluppare la triade dell’atleta femminile, è cruciale offrire supporto. Allenatori e preparatori possono spesso consigliare regimi di allenamento ed alimentazione adeguati, aiutando a indirizzare verso un percorso più sano. Gli amici, i compagni di squadra e i familiari possono contribuire offrendo supporto e incoraggiamento, piuttosto che critiche. Costruire un ambiente di sostegno positivo può scoraggiare le atlete dal tenere comportamenti alimentari e di allenamento dannosi, prevenendo così danni permanenti al loro corpo.