Usi storici e moderni del chinino e dell’acqua tonica
Il chinino ha una storia secolare, ma il suo utilizzo si è diffuso notevolmente negli ultimi 350 anni. Nei primi anni del XVII secolo, si narra che abbia curato la contessa spagnola Anna del Chinchon in Perù. Nel 1677, la pianta contenente chinino venne riportata nella Farmacopea di Londra, aumentando la sua notorietà anche in altre parti del mondo. Negli ultimi due secoli, l’acqua tonica a base di chinino è diventata un’attività commerciale di successo.
Che cos’è il chinino
Il chinino è un composto organico naturale estratto dall’albero della china, originario del Perù. Le popolazioni indigene sudamericane lo utilizzavano molto prima che fosse scoperto dagli esploratori europei. Era riconosciuto per la sua capacità di trattare le febbri ed era particolarmente efficace contro la malaria, una volta diffusa ampiamente. Il termine “chinino” deriva dall’antico nome amerindiano della pianta, quinaquina.
Cos’è l’acqua tonica
La corteccia dell’albero della china è nota per il suo sapore amaro, ma era necessaria per i soldati nei tropici. Per migliorarne il gusto, veniva mescolata con acqua gassata e zucchero. Questa miscela fu brevettata come acqua tonica a metà del XIX secolo, divenendo un popolare complemento per alcolici come gin e vodka.
Per il trattamento dei crampi alle gambe
All’intersezione neuromuscolare, le terminazioni nervose possono causare crampi alle gambe e per molti anni i medici prescrissero il chinino come trattamento. Questo farmaco riduceva la frequenza degli spasmi dolorosi calmando l’eccitazione nervosa articolare. Nonostante la sua efficacia, il chinino comportava significativi effetti collaterali e nel 2009 la FDA ha vietato il suo utilizzo per i crampi muscolari.
Per il trattamento della malaria
I parassiti responsabili della malaria sono trasmessi dalla saliva infetta delle zanzare Anopheles femmine. Il chinino agisce interrompendo la capacità del parassita di digerire l’emoglobina, impedendo così la distruzione dei globuli rossi e la proliferazione del parassita.
Effetti collaterali: Acufene
L’acufene si manifesta come un ronzio nelle orecchie e risulta dall’attivazione continua dei neuroni uditivi senza stimoli sonori. L’acufene causato dal chinino non dipende da danni alle cellule cocleari, ma il farmaco influisce sui canali ionici dei neuroni della dopamina. Solitamente, questo effetto collaterale scompare dopo l’interruzione del chinino.
Effetti collaterali: Cecità
Il cinconismo, un eccesso di assunzione di chinino, può causare perdita temporanea o permanente della vista. Un caso di avvelenamento da chinino ha mostrato edema retinico, con conseguente grave perdita visiva. Anche dopo settimane, il danno alla retina era significativo.
Effetti collaterali: Atassia
L’atassia è un disturbo che interrompe la coordinazione motoria. Il chinino può causare atassia cerebellare, influenzando la capacità del cervello di coordinare i movimenti muscolari. Mentre in alcuni casi la condizione svanisce, in altri è necessaria la fisioterapia per recuperare le capacità motorie.
Effetti collaterali: Sensibilità alla chinina
La sensibilità al chinino può portare a trombocitopenia, in cui gli anticorpi indotti dal farmaco distruggono le piastrine, aumentando il rischio di sanguinamento incontrollato. In questi casi, possono comparire porpora cutanea e trattare il problema richiede spesso corticosteroidi.
Altri usi dell’acqua tonica
L’acqua tonica ha diversi utilizzi pratici. Una soluzione di acqua tonica e normale acqua aiuta a mantenere freschi i fiori recisi, grazie allo zucchero che nutre e al chinino che funge da conservante. Per le macchie su tessuti, la carbonatazione dell’acqua tonica aiuta a rimuoverle efficacemente. È utile anche per allentare bulloni arrugginiti e pulire vetri.
Chi non dovrebbe assumere il chinino?
Coloro in trattamento con anticoagulanti non devono assumere chinino, poiché aumenta gli effetti di tali farmaci. È sconsigliato anche per chi soffre di aritmie cardiache, perché può aggravare l’irregolarità del battito e provocare svenimenti o arresti cardiaci. L’uso del chinino in gravidanza è generalmente evitato, a meno che non sia strettamente necessario per trattare la malaria, a causa dei rischi di aborto spontaneo e malformazioni congenite.