Infezioni dell’ombelico nei neonati
Nonostante negli Stati Uniti le infezioni dell’ombelico nei neonati siano rare, se non trattate immediatamente, possono rappresentare un’emergenza medica. Il cordone ombelicale è connesso direttamente al flusso sanguigno, e quindi un’infezione può diffondersi rapidamente, diventando potenzialmente letale per i neonati nel 7-15% dei casi. Attenersi a rigorose procedure asettiche durante e dopo il parto e prestare attenzione alla cura del cordone riduce significativamente il rischio di infezioni ombelicali. Tuttavia, alcune condizioni fisiologiche possono far insorgere questa problematica.
Come si sviluppano le infezioni
Il cordone ombelicale ha la funzione di trasportare sangue e sostanze nutritive dalla madre al feto. Dopo la nascita, viene tagliato, lasciando l’ombelico e un moncone che, fino alla sua caduta e completa cicatrizzazione, rimane altamente suscettibile ai batteri patogeni. I batteri Gram-positivi colonizzano l’ombelico quasi immediatamente dopo la nascita e i tessuti ombelicali favoriscono la rapida crescita di questi microrganismi. Inoltre, i vasi sanguigni circostanti possono facilitare l’entrata degli agenti infettivi nel circolo sanguigno.
Granuloma ombelicale
Un granuloma ombelicale è una piccola escrescenza rotonda al centro dell’ombelico. Colpisce circa un neonato su 500 dopo la caduta del moncone ombelicale. Questa formazione di solito appare rossa e umida, ricoperta di muco trasparente. Non è dolorosa, ma se non trattata può crescere e infettarsi. Se non regredisce spontaneamente, il pediatra può applicare nitrato d’argento per ridurre la crescita o legare il granuloma con un filo chirurgico per interrompere l’afflusso di sangue.
Onfalite
L’onfalite è un’infezione estremamente rara ma pericolosa del cordone ombelicale . I neonati prematuri o con basso peso alla nascita sono più a rischio di sviluppare questa condizione. Anche difetti genetici e carenze immunitarie possono contribuire. L’infezione tende a manifestarsi nelle prime settimane di vita, spesso a causa dell’esposizione a batteri durante il parto o il taglio del cordone ombelicale. I sintomi comprendono secrezioni maleodoranti, febbre, gonfiore addominale e letargia. È importante monitorare eventuali infiammazioni o cambiamenti di colore della pelle intorno all’ombelico. In caso di diffusione dell’infezione, può essere necessario il ricovero in ospedale per antibiotici o, in casi gravi, un intervento chirurgico. Una corretta cura del cordone a casa diminuisce significativamente il rischio di onfalite.
Cisti uracale
L’uraco è una struttura embrionale che unisce il cordone ombelicale alla vescica nell’utero e di solito scompare prima della nascita. Tuttavia, in alcuni neonati, una sua parte può persistere formando una cisti uracale . Quando infetta, questa massa diventa dolorosa e gonfia. Può formarsi un seno uracale, un’apertura tra la vescica e l’ombelico, causando la fuoriuscita di urina dall’ombelico. La diagnosi viene eseguita tramite ecografia o risonanza magnetica e potrebbe essere necessario un intervento chirurgico per rimuovere la cisti.
Per saperne di più sui trattamenti medici
Le infezioni ombelicali sono generalmente trattate con antibiotici, che possono essere somministrati per via orale o endovenosa a seconda della gravità dell’infezione. Se gli antibiotici non sono sufficienti, potrebbe essere necessario drenare il pus con un ago o attraverso un’incisione, una procedura che richiede spesso un intervento in sala operatoria.
Cura dopo l’intervento chirurgico
Dopo un’incisione e drenaggio, il personale sanitario di solito impacchetta la ferita con una garza, mantenendo l’apertura per consentire il drenaggio del pus. Dopo il termine del drenaggio, la garza viene rimossa per permettere la guarigione interna della ferita, fino a quando l’epidermide si richiude, generalmente in pochi giorni.
Latte materno per l’ombelico
Il latte materno offre un supporto nutrizionale completo e potenzia l’immunità. Tradizionalmente utilizzato in diverse culture per trattare eczemi, dermatiti da pannolino e la separazione del cordone ombelicale, ha dimostrato la sua efficacia. Una recensione in Nutrients ha evidenziato tre studi in cui l’uso di latte materno sulla zona ombelicale ha significativamente accorciato i tempi di separazione del cordone e ridotto il sanguinamento rispetto al trattamento a secco.
Cura preventiva
È fondamentale seguire le indicazioni del pediatra per minimizzare il rischio di infezioni ombelicali. L’uso di antisettici sul cordone può ridurne il rischio e prevenire complicazioni gravi. Anche se bagnare il moncone non ne compromette l’integrità, le spugnature possono accelerare la guarigione. I genitori devono permettere che il moncone cada naturalmente, evitando di tirarlo o tagliarlo. È comune vedere un po’ di sangue intorno al moncone durante la guarigione e dopo la sua caduta.
Cura pelle a pelle
Mantenere il neonato a contatto con la pelle nuda del genitore favorisce l’esposizione ai normali batteri della pelle, proteggendo contro le infezioni ombelicali e accelerando la colonizzazione da flora cutanea sana. Uno studio ha dimostrato che i neonati che sperimentano il contatto pelle a pelle hanno il 36% di probabilità in meno di sviluppare un’infezione del cordone ombelicale rispetto a quelli che non lo fanno.
Quando rivolgersi al medico
I genitori devono contattare immediatamente un medico se l’ombelico del loro bambino sanguina e non si arresta dopo due tentativi di pressione diretta per 10 minuti. Una striscia rossa che si estende dall’ombelico o un’area di pelle arrossata potrebbe richiedere attenzione medica, soprattutto nei neonati sotto le 12 settimane di età o se compare febbre. Anche se, dopo tre giorni di cure, l’ombelico del bambino non è asciutto e pulito, è opportuno consultare un medico. Inoltre, piaghe, vesciche, pustole o drenaggi intorno all’ombelico, così come un moncone ancora presente tre settimane dopo la nascita, richiedono attenzione medica.