Biopsia endometriale

Cos’è l’esame?

La biopsia, in generale, consiste nel prelevare un campione di tessuto. La biopsia endometriale, nello specifico, preleva un campione di tessuto dal rivestimento dell’utero, detto endometrio. Questo tipo di biopsia viene principalmente utilizzato per valutare la possibile presenza di un tumore dell’endometrio. Il cancro dell’endometrio potrebbe essere la causa di un sanguinamento vaginale inatteso, particolarmente preoccupante se si presenta dopo la menopausa.

Spesso, il primo passo per verificare un tumore dell’endometrio è un’ecografia. In un’ecografia, il rivestimento interno dell’utero appare come una “striscia”, che in condizioni normali è sottile. Se una donna con sanguinamento vaginale inatteso mostra una striscia endometriale ispessita, potrebbe essere indicata una biopsia endometriale per un esame più approfondito.

La biopsia endometriale è anche utile nel contesto di una valutazione dell’infertilità femminile. L’obiettivo è determinare se il rivestimento dell’utero è idoneo ad accogliere un ovulo fecondato, consentendo così l’inizio di una gravidanza. Può altresì rilevare segni di infiammazione o infezione che potrebbero influire sulla fertilità.

Come prepararsi al test?

A meno che non si stia vivendo un’emorragia significativa, è opportuno assumere un farmaco antinfiammatorio non steroideo (FANS) come l’ibuprofene una o due ore prima del test, per ridurre i possibili crampi uterini durante la procedura. Consultate il vostro medico per un consiglio preventivo.

Si consiglia di evitare l’uso di assorbenti interni e creme vaginali il giorno che precede la procedura.

Cosa avviene durante il test?

Il test è eseguito nello studio del medico ed inizia con un esame pelvico. Successivamente, la vagina viene pulita con un sapone antibatterico, e il medico potrebbe applicare un anestetico locale sulla cervice per anestetizzarla. La cervice, che è l’accesso all’utero, si trova a pochi centimetri all’interno della vagina. Nella maggioranza dei casi, il medico utilizzerà una pinza per stabilizzare la cervice. Se si impiega il metodo più comune, il medico utilizzerà un dispositivo di plastica flessibile e sterile chiamato Pipelle, simile a una cannuccia. Il medico inserisce il Pipelle attraverso la cavità della cervice fino a pochi centimetri dentro l’utero. Poi, estrae un filo sottile dal centro del Pipelle, rendendolo cavo e creando un’aspirazione per raccogliere alcune cellule dal rivestimento uterino al suo interno. Per ottenere un campione soddisfacente, il medico muove il Pipelle avanti e indietro diverse volte prima di rimuoverlo. Le cellule raccolte vengono poi collocate in un liquido per essere esaminate al microscopio. L’intera procedura dura circa 10 minuti.

Vi sono diverse varianti della procedura. Alcuni medici possono preferire l’utilizzo di uno strumento di raschiamento, detto curette, invece del Pipelle. In altre circostanze, può essere impiegato un dispositivo elettronico di aspirazione al posto del Pipelle.

Quali rischi sono associati all’esame?

Durante la procedura, si potrebbero avvertire crampi pelvici, talvolta intensi, che possono persistere anche per uno o due giorni successivi; inoltre, è possibile un leggero sanguinamento vaginale. È estremamente raro che si verifichino emorragie abbondanti o che si sviluppi un’infezione bisognosa di trattamento. Questo test può interrompere una gravidanza molto precoce; per questo, il medico potrebbe ordinare un test di gravidanza prima di procedere con la biopsia.

Cosa fare dopo il test?

Contattate il vostro medico se si presenta febbre superiore ai 37,5°C o se il sanguinamento vaginale persiste per più di due giorni o è più abbondante di un normale ciclo mestruale. Inoltre, potrebbe essere consigliato di evitare rapporti sessuali fino a due o tre giorni dopo la fine del sanguinamento.

Quando si otterranno i risultati del test?

Il medico potrebbe impiegare fino a una settimana per ottenere i risultati della biopsia.