Comprendere la toracentesi
Il torace ospita i polmoni, il cuore e la ghiandola del timo. La toracentesi, o prelievo pleurico, è una procedura medica effettuata per ridurre l’eccesso di liquido intorno ai polmoni o per analizzarlo. I medici estraggono il liquido dallo spazio pleurico, l’area tra la pleura – il tessuto che avvolge i polmoni – e la parete toracica interna. Normalmente, questo spazio contiene solo una piccola quantità di liquido, ma alcune condizioni possono causare un versamento pleurico, ossia un accumulo di liquido attorno ai polmoni.
Storia della toracentesi
Nel V secolo a.C., Ippocrate descrisse per la prima volta un metodo per drenare il torace. Nei suoi scritti, raccomandava l’uso di sostanze vegetali per rimuovere i fluidi dal corpo. Se ciò non fosse stato efficace, si poteva procedere con un’incisione tra le costole per consentire il deflusso del liquido infetto. Una volta che il fluido era fuoriuscito, veniva inserito un tubo cavo per drenare completamente la cavità toracica. Negli anni ’50, la toracentesi divenne standard per il drenaggio del liquido toracico. Da allora, è rimasta un’opzione terapeutica comune e a basso rischio. Ci sono stati significativi avanzamenti nei materiali utilizzati e nella prevenzione delle infezioni, un tempo un problema rilevante nella pratica della toracentesi.
Toracentesi diagnostica e terapeutica
Esistono due tipi principali di toracentesi:
- Toracentesi diagnostica: utilizzata per identificare la causa dell’accumulo di liquido. Sono sufficienti circa 20-30 cc di liquido per effettuare analisi di laboratorio e determinare la presenza di infezioni o altre problematiche.
- Toracentesi terapeutica: richiede la rimozione di quantità maggiori di liquido pleurico. Certi stati patologici portano a un rapido riempimento della cavità, perciò i medici possono lasciare un tubo per il drenaggio continuo. Di solito, una piccola quantità di liquido viene inviata per ulteriori analisi di laboratorio.
Esecuzione della toracentesi
La toracentesi può essere effettuata in ambulatorio o durante un ricovero ospedaliero, e generalmente il paziente è sveglio. È essenziale mantenere un ambiente sterile. Il paziente deve essere posizionato seduto o, in alcuni casi, su un fianco. Nella posizione seduta, si piega in avanti appoggiando le braccia su supporti per aprire gli spazi intercostali. Il personale medico disinfetta un’area sul fianco vicino alla schiena e la anestetizza con un anestetico locale, inserendo poi un ago tra le costole nella cavità toracica per estrarre il liquido.
Condizioni che possono causare l’accumulo di liquido
La causa più comune di accumulo di liquido nei polmoni o nel loro rivestimento è l’insufficienza cardiaca congestizia (CHF). Anche infezioni come la polmonite possono provocare un versamento pleurico. Esaminando i risultati di laboratorio, i medici possono diagnosticare tumori che si sono diffusi ai polmoni, alla pleura o alla parete toracica, oppure identificare condizioni come lupus, pancreatite, insufficienza epatica, malattie renali o tubercolosi. Certi farmaci, chemioterapie, radioterapie e interventi chirurgici all’addome possono altresì causare un accumulo di liquidi.
Complicazioni della toracentesi
Le complicazioni durante la toracentesi sono rare e generalmente lievi. Alcuni pazienti riferiscono dolore durante l’inserimento dell’ago, ma l’anestetico locale in genere attenua questo disagio. Alcuni possono sentirsi svenire durante o dopo la procedura. Altri possono avere sanguinamenti o piccoli lividi nel sito di inserimento dell’ago. Se l’area non viene adeguatamente disinfettata, c’è un rischio minimo di infezione, che tuttavia è raro.
Rischi della toracentesi
La toracentesi comporta alcuni rischi, ma gravi problemi sono rari.
- Un polmone può essere perforato dall’ago durante il prelievo di un campione. Solitamente, tale lesione guarisce rapidamente, ma se ciò non accade, può portare al collasso del polmone.
- In rari casi, fegato o milza possono essere perforati durante la procedura. È essenziale che il paziente rimanga immobile per evitare questa complicazione.
- Il paziente può sviluppare un edema polmonare, ossia accumulo di liquido nel punto di inserimento dell’ago, solitamente dopo la rimozione di grandi quantità di liquido.
Preparazione alla toracentesi
Molti medici utilizzano una radiografia per localizzare esattamente il versamento pleurico prima della toracentesi. Alcuni optano per un’ecografia, in aggiunta o in sostituzione della radiografia. I pazienti con condizioni o farmaci che influenzano la coagulazione devono informare il medico. In alcuni casi, un sedativo può essere somministrato per tranquillizzare il paziente, soprattutto se si tratta di un bambino.
L’analisi del liquido pleurico
Le analisi di laboratorio del liquido pleurico aiutano a determinare la causa dell’accumulo di liquido. Un liquido trasudato (a basso contenuto proteico e basso peso specifico) indica generalmente una pressione elevata nei vasi sanguigni, solitamente dovuta a insufficienza cardiaca congestizia o cirrosi. Un essudato, invece, è torbido e ricco di proteine o albumina e può indicare infezioni come la polmonite, la tubercolosi, disordini emorragici o neoplasie maligne, nonché altre condizioni come malattie autoimmuni o esposizione all’amianto.
Sintomi dell’accumulo di liquido
Diversi sintomi possono indurre un medico a richiedere una toracentesi. Questi includono respirazione dolorosa o affannata, difficoltà respiratorie anche a riposo, febbre, tosse secca o singhiozzo persistente. Alcuni pazienti riscontrano difficoltà respiratorie se non si trovano nella posizione seduta o in piedi.
Dopo la procedura
La toracentesi di solito dura circa 15 minuti, a seconda della quantità di liquido rimosso. Dopo aver estratto l’ago, il sito viene bendato, e il personale medico monitora la pressione sanguigna e la respirazione del paziente per garantire la stabilità dei parametri vitali. Una radiografia post-procedura è comune per verificare eventuali complicazioni. Una tosse lieve dopo l’intervento è normale e dovrebbe cessare entro un’ora. Sensazioni di fastidio o dolore nella zona dell’ago e pressione sul petto sono effetti collaterali comuni. Difficoltà respiratorie persistenti, dolore acuto al petto, dolore in aumento o rossore attorno al sito dell’ago, o febbre superiore a 38.5 °C richiedono attenzione medica.