Cause e rischi del liquido amniotico basso

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Cause e rischi del liquido amniotico basso

Oligoidramnios è il termine medico utilizzato per descrivere la riduzione del liquido amniotico durante la gravidanza. Questo liquido, contenuto in una sacca formata dalle membrane del corion e dell’amnios, è essenziale per il supporto vitale del feto in crescita. Il volume normale del liquido amniotico varia tra 500 e 1000 millilitri. Un livello ridotto di liquido amniotico è legato a complicazioni della gravidanza e a problemi di sviluppo fetale. In alcuni casi, questa condizione può derivare da anomalie o problemi di salute della madre.

Funzione del liquido amniotico

Il liquido amniotico agisce come un cuscinetto protettivo per il feto, riducendo il rischio di lesioni durante la gravidanza. Garantisce spazio adeguato per il movimento e la crescita del bambino, mantenendo una temperatura costante nell’utero. Inoltre, protegge il cordone ombelicale dalla compressione contro la parete uterina durante la gravidanza e il parto. Durante il secondo trimestre, il feto inizia a inalare e ingerire il liquido amniotico.

Diagnosi del liquido amniotico basso

Attraverso un’ecografia o la misurazione dell’indice di liquido amniotico (AFI), i medici possono valutare il volume del liquido amniotico presente nell’utero. L’oligoidramnios viene diagnosticato quando l’AFI indica livelli di liquido inferiori a cinque centimetri. Altri indicatori di questa condizione includono la presenza di sacche di liquido di profondità inferiore a due o tre centimetri o un volume totale di liquido inferiore a 500 millilitri tra la 32ª e la 36ª settimana di gravidanza. Le misurazioni vengono effettuate nelle aree più profonde del liquido, escludendo la presenza del cordone ombelicale o parti del feto.

Terzo trimestre

La riduzione del liquido amniotico è più frequente nel terzo trimestre di gravidanza o in gravidanze oltre la data prevista. A partire dalla 41ª settimana, i livelli di liquido amniotico diminuiscono naturalmente. Se ciò avviene dalla 36ª settimana in poi, l’induzione del parto può essere valutata come la soluzione più sicura. In questi casi, il medico monitorerà attentamente la gravidanza e discuterà con i genitori i rischi e i benefici delle diverse opzioni disponibili.

Rottura delle membrane

Quando il basso livello di liquido amniotico si manifesta nelle prime fasi della gravidanza, è una complicazione che necessita di un attento monitoraggio da parte dei medici. La verifica dell’integrità della membrana amniotica è il primo passo, poiché una rottura può comportare la fuoriuscita del liquido, causando livelli ridotti. Questa perdita può essere rapida o avvenire lentamente nel tempo.

Sviluppo dei polmoni

Il liquido amniotico riveste un ruolo cruciale nella protezione del feto e nello sviluppo degli organi, includendo muscoli, polmoni, arti e sistema digerente. La sua carenza può alterare lo sviluppo corretto degli organi, in particolare dei polmoni. Se si verifica nel secondo o terzo trimestre, può portare a uno sviluppo polmonare incompleto o all’ipoplasia polmonare.

Disturbi renali congeniti

Circa 12 giorni dopo il concepimento, inizia a formarsi il liquido amniotico, inizialmente composto di acqua fornita dalla madre. Entro la ventesima settimana, l’urina fetale diventa la componente principale. I medici valutano l’urina per monitorare la salute generale del feto. Alcune condizioni congenite, soprattutto quelle che compromettono lo sviluppo renale o del tratto urinario, possono portare a livelli ridotti di liquido amniotico.

Complicazioni del parto

Livelli ridotti di liquido amniotico possono complicare il parto, aumentando il rischio di compressione del cordone ombelicale e aspirazione del meconio, il primo contenuto intestinale del neonato, nell’utero. L’amnioinfusione è una tecnica che consiste nell’aggiungere soluzione salina sterile al liquido amniotico durante il travaglio, attraverso un catetere inserito nel sacco amniotico via cervice. Questa procedura è utilizzata in caso di anomalie nel battito cardiaco fetale. Se il feto è in difficoltà, la madre può optare per un parto cesareo.

Restrizione della crescita intrauterina

La restrizione della crescita intrauterina (IUGR) si verifica quando il feto è più piccolo rispetto all’età gestazionale prevista. Un basso livello di liquido amniotico nella seconda metà della gravidanza aumenta il rischio di IUGR poiché limita lo spazio per la crescita del bambino. I neonati con IUGR tendono ad apparire magri e pallidi, con la pelle lassa. Il cordone ombelicale può risultare opaco e sottile invece che turgido e lucido.

Condizioni materne

Le donne con ipertensione arteriosa cronica sono a rischio maggiore di oligoidramnios. Il rischio è amplificato dall’assunzione di alcuni farmaci per la pressione sanguigna. Anche il diabete, l’ipossia, la disidratazione e la preeclampsia possono contribuire a livelli ridotti di liquido amniotico. Una grave nausea mattutina all’inizio della gravidanza può anch’essa causare questa condizione, soprattutto se persiste nel secondo trimestre. Il medico può raccomandare il riposo a letto con somministrazione endovenosa di fluidi per trattare un basso livello di liquido amniotico dovuto a nausea e vomito intensi.

Interruzione della placenta

Il distacco della placenta, quando essa si separa parzialmente o completamente dalla parete uterina prima del parto, comporta una riduzione del liquido amniotico insieme ad altre complicazioni. In tali casi, la maggior parte dei medici suggerisce riposo a letto e somministrazione di liquidi per via endovenosa in ospedale. Se il distacco è grave, la placenta può risultare troppo compromessa per nutrire adeguatamente il feto, e la perdita di liquido amniotico potrebbe richiedere l’induzione immediata del travaglio.