Cause e trattamenti dell’Escherichia coli
L’Escherichia coli, noto comunemente come E. coli, è il batterio gram-negativo più diffuso della famiglia delle Enterobacteriaceae. Questo microrganismo è tra i più infettivi al mondo, essendo responsabile di numerose malattie nell’uomo. Scoperto per la prima volta nel 1885 dal batteriologo tedesco Theodor Escherich, l’E. coli è presente nel colon umano. Escherich notò che solo alcune varianti di E. coli sono responsabili di sintomi quali diarrea e gastroenterite. Originariamente conosciuto come Bacterium coli, il batterio è stato successivamente rinominato in onore del suo scopritore.
Sierotipi
L’E. coli è oggetto di ampi studi a causa della sua ampia diffusione e del suo impatto sull’uomo. Sono stati identificati oltre 700 sierotipi o ceppi diversi di E. coli. I ceppi benefici o non patogeni sono molto più comuni rispetto a quelli virulenti. Sebbene esistano batteri più pericolosi, essi non sono altrettanto comuni, e la medicina moderna affronta l’esposizione a molti di questi attraverso vaccini e pratiche preventive. Tuttavia, per l’E. coli non esiste un vaccino efficace, rendendo l’esposizione impossibile da evitare completamente.
Patotipi
I ceppi patogeni di E. coli, capaci di causare malattie, sono classificati in patotipi. Sei di questi causano forme di diarrea; il più noto è l’E. coli produttore della tossina di Shiga, denominato STEC. Conosciuto anche come E. coli produttore di verocitotossina (VTEC) o E. coli enteroemorragico (EHEC), è frequentemente associato a malattie trasmesse da alimenti o bevande contaminate. In laboratorio è facile da identificare grazie alla sua caratteristica lucentezza verde quando coltivato su particolari terreni di agar.
Tossina Shiga
I ceppi patogeni di E. coli producono la tossina di Shiga, la stessa tossina prodotta dalla Shigella di tipo 1, causa storica di epidemie di dissenteria. La dissenteria rappresenta ancora oggi una minaccia nei Paesi in via di sviluppo e in aree con carenti infrastrutture per la gestione delle acque e dei rifiuti. Gli STEC di E. coli si trovano abitualmente negli intestini di animali come cervi, bovini, alci, capre e pecore.
E. coli O157:H7
L’E. coli O157:H7 è il sierotipo STEC più comune. Negli Stati Uniti, lo STEC è responsabile di circa 100.000 casi di malattia ogni anno, con 3.000 ricoveri e 90 decessi, di cui 73.000 attribuiti al ceppo O157:H7. In Europa, il ceppo E. coli O104:H4 è il più diffuso. Entrambi sono collegati a emorragie intestinali e diarrea, con una probabilità di esito fatale superiore rispetto ad altri ceppi patogeni di E. coli.
Fonti
Le infezioni da STEC frequentemente originano dall’ingestione di feci umane o animali. Quantità invisibili di feci possono contaminare alimenti o bevande, con il latte non pastorizzato e l’acqua contaminata dagli allevamenti come comuni veicoli di infezione. Anche il contatto con feci animali o umane è un fattore di rischio. Altri alimenti a rischio comprendono il sidro di mele e i formaggi prodotti con latte crudo. Anche i prodotti agricoli possono essere contaminati, sia durante la crescita che durante la preparazione o il consumo.
Metodi di infezione
Le infezioni da E. coli possono verificarsi in diversi contesti. Lavorare con il bestiame o accudire persone incontinenti aumenta il rischio. Altri rischi includono la carne cruda o alimenti preparati con prodotti non lavati. Alimenti contaminati da mani che non hanno seguito pratiche igieniche adeguate sono tra le fonti più comuni di infezione. Anche l’acqua di lago contaminata o il contatto con superfici in zoo o simili possono trasmettere lo STEC.
Trattamento a casa
La maggior parte delle infezioni guarisce autonomamente in cinque-dieci giorni senza necessità di interventi medici. È consigliato riposarsi e idratarsi con liquidi chiari come acqua, brodo, succhi di frutta o bibite senza caffeina. Evitare succo di mela o pera, bevande alcoliche e caffeiniche. Consumare piccoli pasti con alimenti a basso contenuto di fibre, come pane tostato, uova, riso e cracker. I farmaci antidiarroici sono sconsigliati poiché la diarrea aiuta a espellere la tossina Shiga, e tali farmaci possono prolungare la malattia o portare a infezioni più gravi.
Trattamento medico
Il trattamento medico delle infezioni da E. coli si limita a misure di supporto. La somministrazione di fluidi per via endovenosa è fondamentale per prevenire la disidratazione e lo squilibrio elettrolitico. Altri supporti possono includere farmaci per il sollievo sintomatico, riposo e pasti piccoli e frequenti. È importante evitare cibi piccanti o grassi, mentre vitamine e integratori possono compensare eventuali deficit nutrizionali. Nei casi più gravi o nelle categorie vulnerabili come anziani, bambini e donne in gravidanza, la nutrizione parenterale totale (TPN) può essere necessaria, ma rappresenta un’opzione estrema a causa della tensione che esercita sui reni.
Antibiotici
Gli antibiotici non sono indicati poiché non distinguono tra ceppi patogeni e benefici di E. coli o altri batteri gram-negativi. Possono alterare l’equilibrio microbico intestinale, peggiorando l’infezione patogena e predisponendo il soggetto a ulteriori infezioni batteriche patogene.
Sindrome emolitico-uremica
La sindrome emolitico-uremica (HUS) è una complicazione grave che si manifesta in circa il 10% delle infezioni da E. coli produttore di Shiga. Sebbene scoperta nel 1955, la connessione tra HUS e infezioni da E. coli è stata identificata solo nel 1982. La HUS è una causa frequente di insufficienza renale nei bambini piccoli e neonati, ed è spesso fatale negli anziani. Alcuni studi suggeriscono che l’uso di antibiotici nei trattamenti di infezioni da E. coli possa aumentare il rischio di sviluppare HUS.