Cause ed effetti dell’utero prolassato

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Cause ed effetti del prolasso uterino

Il prolasso uterino si verifica quando i muscoli e i tessuti del pavimento pelvico non sono più in grado di sostenere adeguatamente l’utero. Questa situazione si verifica a causa di muscoli indeboliti e legamenti eccessivamente allentati, che permettono all’utero di scivolare verso la vagina. La condizione colpisce tra il 30% e il 50% delle donne tra i 50 e i 79 anni e può passare inosservata per alcune. Sebbene possa creare ansia, il prolasso uterino è ben studiato e trattabile con terapie efficaci.

Gradi del prolasso uterino

Quando un prolasso uterino viene diagnosticato, viene classificato in base alla gravità. Un prolasso di grado 1 è il meno grave, con l’utero che si abbassa leggermente ma rimane sopra l’apertura vaginale. Un grado 2 indica che l’utero si è spostato abbastanza da portare la cervice vicino all’apertura vaginale. Il grado 3, il più severo, provoca un rigonfiamento visibile attraverso la vagina.

Sintomi comuni

Nei casi avanzati di prolasso uterino, le donne possono sperimentare sintomi fastidiosi. Se la cervice sporge dalla vagina, può irritarsi a contatto con gli indumenti, causando irritazioni e sanguinamenti. Inoltre, la fuoriuscita di muco può causare perdite. Alcune donne riportano dolori alla schiena o una sensazione di pressione sull’addome, simile a quella di sedersi su una palla. I sintomi possono includere anche un aumento della frequenza urinaria o costipazione.

Fattori di rischio

Le donne che hanno partorito vaginalmente presentano un rischio maggiore di prolasso uterino, poiché la gravidanza e il parto possono indebolire il pavimento pelvico. Il rischio aumenta con l’età e chi ha una storia familiare di prolasso può essere più predisposto. Le donne obese o sovrappeso hanno un rischio maggiore, così come le donne di origine latina o bianca, che sembrano essere fino a quattro o cinque volte più soggette al prolasso.

Ruolo degli estrogeni bassi

Durante la menopausa, la diminuzione degli estrogeni riduce l’elasticità vaginale a causa di una minore idratazione. Ciò provoca atrofia dei tessuti circostanti e indebolimento del tono muscolare. Questo fenomeno aumenta il rischio di prolasso degli organi pelvici nelle donne oltre i 50 anni.

Sovrappeso e obesità

Alcuni studi hanno evidenziato che le donne sovrappeso o obese, con un indice di massa corporea (IMC) di 24,9 o superiore, hanno maggiori probabilità di sviluppare un prolasso uterino rispetto a quelle con IMC inferiore. In uno studio di cinque anni, oltre il 13% delle donne in sovrappeso e obese ha sviluppato un prolasso. Inoltre, un aumento di peso di soli due o tre chili aumenta il rischio del 4%. Tuttavia, una perdita di peso del 10% non ha migliorato le condizioni, suggerendo che il danno al pavimento pelvico potrebbe essere irreversibile in questi casi.

Condizioni di accompagnamento

Il prolasso uterino può influenzare altri aspetti della salute genitale, portando a una diminuzione dell’eccitazione sessuale e a dolore durante i rapporti.

Strumenti diagnostici

I medici valutano il prolasso uterino attraverso un esame pelvico in cui chiedono alla paziente di simulare un movimento intestinale. Questo permette al medico di determinare l’entità del prolasso. Successivamente, la paziente viene invitata a simulare l’arresto dell’urina per valutare la forza dei muscoli pelvici. Le informazioni raccolte indirizzeranno il medico nella scelta del trattamento più adeguato.

Trattamento di autocura

Per i casi lievi di prolasso uterino che non presentano molti sintomi, come quelli di grado 1 o inferiore, il ginecologo può suggerire la perdita di peso per ridurre la pressione. Modifiche nella dieta, come l’aumento dell’apporto di fibre, possono alleviare la stitichezza associata. Gli esercizi di Kegel, che prevedono contrazioni pelviche volontarie, possono rafforzare i muscoli del pavimento pelvico. Questi semplici interventi possono migliorare significativamente la qualità della vita.

Pessario

Per i casi di prolasso di grado 2, può essere raccomandato un pessario vaginale. Questo dispositivo circolare in plastica di grado medico aiuta a mantenere l’utero in posizione, prevenendo ulteriori cadute. Deve essere inserito manualmente e può essere rimosso periodicamente per la pulizia. È fondamentale trovare la misura corretta per evitare che il dispositivo si sposti o cada. Nonostante la mancanza di robuste prove scientifiche, i pessari sono comunemente usati per prevenire o ritardare interventi chirurgici più invasivi.

Intervento chirurgico

Nei casi gravi, è necessario un intervento chirurgico. I medici possono eseguire una procedura laparoscopica per riparare il pavimento pelvico mediante innesti di tessuto della paziente o con materiale sintetico. In meno del 20% dei casi, se le altre opzioni falliscono, si ricorre all’isterectomia, che risolve anche eventuali problemi vescicali e intestinali associati.