Che cos’è un cistocele?

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Che cos’è un cistocele?

Il termine “cistocele” si riferisce a una condizione medica che implica un’ernia o prolasso della vescica nelle donne. Questa condizione si verifica quando la parete che separa la vagina dalla vescica si indebolisce, causando una diminuzione del supporto alla vescica stessa. Le cause di un cistocele possono essere molteplici e il trattamento dipende dalla gravità della condizione.

Quando si verifica un cistocele?

Un cistocele si verifica quando la vescica si abbassa in parte all’interno della vagina. È causato dall’indebolimento dei muscoli pelvici e dei legamenti che normalmente sostengono la vescica. A differenza di un prolasso completo, il tessuto vescicale non è solitamente visibile in un cistocele. Resta coperto dalla mucosa vaginale.

Le cause

Diversi fattori possono causare l’indebolimento e lo stiramento che conducono a un cistocele, tra cui sforzi ripetuti dovuti a stitichezza, sollevamento di pesi, parti vaginali, tosse cronica e obesità. Sembra esserci anche una predisposizione familiare al cistocele. Il rischio di sviluppare un cistocele aumenta con l’età, anche se non è chiaro se ci sia una correlazione diretta con la menopausa.

Classificazione

I cistoceli sono classificati in base alla loro gravità. Un cistocele di grado uno è lieve e la vescica proietta leggermente nella vagina. Il grado due è di moderata gravità, con la vescica che si avvicina all’apertura vaginale. Il grado più severo è il terzo, in cui la vescica si estroflette attraverso l’apertura della vagina.

Sintomi

I sintomi di un cistocele variano in base alla gravità. Essi includono: sensazione di pesantezza o pienezza nel bacino, dolore lombare, frequenti infezioni del tratto urinario, necessità urgente di urinare, sensazione di svuotamento incompleto della vescica, dolori durante i rapporti sessuali e rigonfiamento nella vagina. Il cistocele può anche causare pressione pelvica che peggiora in caso di sollevamento di pesi, tosse o postura eretta. Alcune donne percepiscono una sensazione di “trazione” nell’area vaginale.

Esame del residuo post-minzionale

Un esame utilizzato per diagnosticare un cistocele è il residuo post-minzionale. Il medico può eseguire questo test quando una donna riferisce difficoltà a svuotare completamente la vescica; utilizza un’ecografia per calcolare la quantità di urina che rimane dopo la minzione. L’esame è semplice e non necessita di anestesia.

Cistouretrogramma

Un altro esame è il cistouretrogramma. In questo test, un mezzo di contrasto viene iniettato nella vescica e nell’uretra. Mentre la paziente urina, le radiografie mostrano la forma e il funzionamento della vescica. Un radiologo valuta i risultati per verificare eventuali ostruzioni al flusso urinario. Questo test non richiede anestesia, ma può essere utilizzata una sedazione leggera.

Trattamento

Il trattamento varia a seconda della gravità. Per i cistoceli lievi, è consigliato evitare sforzi e sollevamenti di pesi per evitare il peggioramento. Altri rimedi per cistoceli da lievi a moderati includono la perdita di peso e gli esercizi di Kegel per rinforzare i muscoli pelvici. Qualora fosse necessario, il medico potrebbe suggerire una terapia ormonale sostitutiva con estrogeni.

Pessario

In certi casi, si può utilizzare un pessario vaginale per trattare il cistocele. Questo piccolo dispositivo in silicone viene inserito nella vagina per fornire supporto alla vescica e ai muscoli pelvici. I pessari esistono in varie forme e misure, permettendo di scegliere la soluzione più confortevole per la paziente.

Intervento chirurgico per un cistocele

In alcuni casi, la riparazione chirurgica di un cistocele può essere necessaria. L’intervento più comune è la correzione della parete vaginale anteriore. Il chirurgo riposiziona e sutura i tessuti per ristabilire il supporto tra vescica e vagina. Il recupero da questo tipo di intervento richiede generalmente da quattro a sei settimane.

Complicazioni

L’intervento chirurgico è solitamente riservato ai casi più gravi e porta con sé alcuni rischi. Alcune donne potrebbero necessitare di un secondo intervento a causa di recidive o inefficacia della chirurgia iniziale. Le persone a maggior rischio di complicazioni sono le donne anziane o diabetiche, le fumatrici o quelle che hanno subito un’isterectomia.