Come funzionano i pacemaker?

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Come funzionano i pacemaker?

Chi soffre di problemi cardiaci o aritmie (frequenza cardiaca irregolare) può aver bisogno di aiuto per regolare il battito cardiaco, e in alcuni casi questo aiuto arriva da un pacemaker. Questo dispositivo è composto da un piccolo generatore e da cavi o fili; un chirurgo impianta il pacemaker sotto la pelle per tenere sotto controllo i battiti cardiaci irregolari. Utilizza impulsi elettrici a bassa energia per aiutare il cuore a battere in modo regolare. Esistono diversi tipi di pacemaker, ognuno adatto a trattare specifici problemi cardiaci con vari gradi di complessità e gravità.

Che aspetto ha un pacemaker?

Un pacemaker è generalmente grande come una moneta da cinquanta centesimi e ha uno spessore tre volte superiore. È realizzato in materiali biocompatibili, sicuri per il contatto con i tessuti umani. La sua struttura comprende un involucro di titanio e elettrodi rivestiti in poliuretano. L’elettrodo è collegato al generatore e quando viene impiantato, si posiziona nel ventricolo destro. In caso di necessità di un secondo elettrodo, questo viene inserito nell’atrio destro.

Come funziona un pacemaker?

Gli elettrodi monitorano costantemente l’attività elettrica del cuore, inviando le informazioni al sistema informatico interno. Se rilevano un ritmo cardiaco anomalo, il computer segnala al generatore di rilasciare impulsi elettrici (precedentemente programmati dal medico) al cuore. Questo processo aiuta a regolare il battito cardiaco: in caso di frequenza troppo bassa, il dispositivo invia un piccolo segnale elettrico al muscolo cardiaco, provocandone la contrazione. Inoltre, il pacemaker può registrare dati sull’attività cardiaca, agevolando il medico nell’ottimizzare la terapia e regolare i parametri del dispositivo quando necessario.

Parti del pacemaker: il generatore

Il pacemaker è composto da due principali componenti: il generatore di impulsi e i fili. Il generatore contiene un circuito elettronico simile a un piccolo computer che monitora costantemente il ritmo cardiaco e regola il funzionamento del pacemaker. La fonte di energia è una batteria al litio, in grado di durare normalmente tra cinque e dieci anni.

Parti del pacemaker: le derivazioni

Gli elettrodi, o derivazioni, sono sottili, flessibili e isolati fili che il chirurgo inserisce nel cuore. Una loro estremità è collegata al generatore. Attraverso questi elettrodi passa un flusso di informazioni: essi rilevano l’attività elettrica del cuore (captazione) e trasmettono impulsi elettrici per stimolare il battito (stimolazione).

Inserimento del pacemaker

Il posizionamento di un pacemaker non richiede un intervento a cuore aperto e molti pazienti possono tornare a casa subito dopo la procedura. Il medico anestetizza localmente l’area del torace in cui verrà effettuata l’incisione. Questa incisione è piccola e serve per creare una “tasca” sotto la pelle dove inserire il pacemaker. Una volta testati, gli elettrodi vengono inseriti in una vena. Un’apparecchiatura a raggi X guida il medico nel posizionamento degli elettrodi e nella connessione al pacemaker, che viene poi programmato. L’intero processo dura solitamente da una a cinque ore e, una volta concluso, potrebbe essere visibile una leggera protuberanza sotto la pelle.

Pacemaker a camera singola

Un pacemaker a camera singola comprende un solo elettrodo, posizionato in una singola camera del cuore. Viene solitamente utilizzato per alcune condizioni specifiche del ritmo cardiaco. L’elettrodo viene collocato nel ventricolo destro per aiutare a regolare un battito cardiaco lento o irregolare.

Pacemaker a doppia camera

Un pacemaker a doppia camera è progettato per aiutare nei casi in cui sia necessario mantenere sincronizzati e stimolare entrambi le camere del cuore: atri e ventricoli. Gli elettrodi conducono gli impulsi dal generatore all’atrio destro e al ventricolo destro.

Pacemaker biventricolare

Il pacemaker biventricolare, noto anche come dispositivo per la terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT), è un tipo avanzato di pacemaker dotato di tre elettrodi. Viene principalmente utilizzato per trattare l’insufficienza cardiaca. Il medico posiziona gli elettrodi nel ventricolo destro, nell’atrio destro e nella vena del seno coronarico per ritmare il ventricolo sinistro. Gli impulsi elettrici sincronizzano la contrazione delle camere inferiori, permettendo ai ventricoli di pompare simultaneamente, migliorando così la funzione del cuore.

Pacemaker sensibile alla frequenza

I pacemaker dotati di un sistema sensibile alla frequenza sono progettati per regolare il battito cardiaco rilevando le esigenze del corpo. Grazie a sensori particolari integrati nel generatore, questi pacemaker possono adattarsi all’attività fisica, modificando il ritmo del cuore in base al movimento del corpo, rendendo la stimolazione simile a quella di un ritmo cardiaco naturale.

Vivere con un pacemaker e la sua sostituzione

Un pacemaker può risolvere diversi problemi cardiaci e ridurre notevolmente le limitazioni nella vita quotidiana di chi ne ha bisogno. È essenziale seguire le indicazioni del medico e osservare alcune precauzioni, come mantenere i cellulari a distanza di almeno 15 centimetri dal dispositivo, per evitare inconvenienti. Il pacemaker richiede controlli periodici e, quando la batteria si esaurisce, solitamente tra cinque e dieci anni, sarà necessario sostituire il generatore intero tramite una “sostituzione elettiva del pacemaker”.