Dal non piangere al pianto controllato: strategie per far dormire il bambino
Quando si diventa genitori, ci si sente spesso dire di riposare quando il bambino dorme. Ma cosa fare se il piccolo è sveglio tutta la notte? I neo-genitori scoprono presto che il sonno può diventare un bene prezioso, motivo per cui molti ricorrono all’addestramento del sonno. Esistono vari metodi per farlo, ma le informazioni spesso contrastanti e le esperienze personali rendono difficile la scelta dell’approccio migliore, a seconda del carattere del bambino e dello stile genitoriale.
Quando iniziare
Perché l’addestramento del sonno sia efficace, bisogna attendere che il bambino abbia un’età adeguata. Nei primi mesi, i neonati richiedono pasti ogni tre o quattro ore e le regressioni del sonno sono frequenti durante l’infanzia. È utile osservare i comportamenti del bambino. In generale, il momento ideale per iniziare è intorno ai sei mesi, mentre la maggior parte degli esperti sconsiglia di iniziare prima dei tre mesi.
Il metodo del pianto controllato
Il metodo del pianto controllato è tra i più discussi. Può essere applicato con un approccio graduale, in cui i genitori lasciano piangere il bambino per un periodo definito prima di intervenire, allungando progressivamente questo intervallo. Un altro approccio è quello del “cold-turkey”, in cui i genitori non intervengono. L’esito dipende spesso dal temperamento del bambino.
Critiche al metodo del pianto controllato
Un aspetto critico del pianto controllato è che può risultare difficile da gestire tanto per il bambino quanto per i genitori. Ascoltare il bambino piangere non è semplice e alcuni compensano viziando il piccolo in altri modi. Alcuni esperti sostengono che possa causare danni duraturi, anche se vi sono evidenze che i bimbi hanno poi relazioni affettuose con i genitori.
Il metodo Ferber
Tra i metodi più noti, il metodo Ferber prevede di mettere il bambino a dormire quando è ancora sveglio, uscendo dalla stanza. Se il bambino piange, i genitori dovrebbero attendere un certo tempo prima di tornare a tranquillizzarlo, aumentando gradualmente l’intervallo di attesa. Questo approccio si applica anche ai risvegli notturni e, secondo le stime del Dr. Ferber, il metodo dovrebbe risultare efficace in tre-sette notti.
Il metodo della dissolvenza
Un metodo più delicato è quello della dissolvenza, focalizzato sull’aiutare il bambino a calmarsi autonomamente. Può essere applicato “accampandosi” accanto alla culla fino all’addormentamento del bambino, allontanandosi progressivamente; oppure con il controllo a tempo, entrando in stanza a intervalli per tranquillizzarlo brevemente.
Il metodo senza pianto
Alcuni genitori preferiscono evitare il pianto e optare per un approccio più dolce. Il Dr. William Sears, per esempio, ha promosso un metodo centrato sul bambino con il cullare, l’allattamento e anche il co-sleeping, che secondo lui crea associazioni positive con il sonno.
Quando non funziona
Qualunque metodo scegliate, preparatevi a dedicare diverse notti al processo, poiché nessun metodo funziona in un solo giorno. Se dopo una o due settimane non si notano progressi, prendete una pausa o provate un altro approccio. Consultate il pediatra se siete preoccupati, un consulente per il sonno potrebbe offrire ulteriori soluzioni.
Linee guida generali
Ogni bambino è unico e potrebbe richiedere un approccio diverso, anche all’interno della stessa famiglia. Alcuni bambini dormono facilmente, mentre altri hanno bisogno di più aiuto. Inoltre, fattori come la dimensione della famiglia influenzano la scelta del metodo. Ad esempio, il pianto controllato potrebbe funzionare meglio in un nucleo familiare più piccolo.
Come scegliere il metodo giusto
Non esiste un consenso su quale metodo sia il migliore; Laricerca mostra che tutti possono funzionare bene. La coerenza è fondamentale. Scegliete un metodo che si adatti al temperamento del vostro bambino, alla vostra famiglia e al vostro stile genitoriale.
Consigli per il successo
Qualunque sia il metodo scelto, stabilire una routine coerente è essenziale, in quanto aiuta il bambino a capire cosa aspettarsi. Seguite il piano per almeno sette giorni prima di cambiarlo. Preparatevi emotivamente alle sfide, specialmente con il metodo del “pianto controllato”. Anche il vostro sonno sarà influenzato dal processo.