Emoperitoneo e sanguinamento addominale
Un semplice mal di pancia o un crampo muscolare che porta a un viaggio al pronto soccorso può essere sintomo di un’emergenza medica come l’emoperitoneo. Questa condizione implica un’emorragia interna che si accumula nella cavità peritoneale o addominale. È fondamentale recarsi immediatamente da un medico se un dolore addominale acuto peggiora improvvisamente.
Dialisi
Sia la dialisi peritoneale che l’emodialisi comportano rischi di sanguinamento addominale. Durante la dialisi peritoneale, il peritoneo viene utilizzato come filtro per il sangue mentre una soluzione detergente circola attraverso il corpo. È stato riscontrato che alcune donne in età fertile sottoposte a dialisi peritoneale possono sperimentare emoperitoneo ricorrente a metà ciclo, influenzato da cause come l’ovulazione o la rottura di cisti luteali o ovariche. Anche una fistola arterovenosa, creata per agevolare l’emodialisi, può debilitare la parete venosa, incrementando il rischio di formazione di aneurismi.
Trauma contusivo di organi solidi
Un trauma da corpo contundente a seguito, ad esempio, di un incidente stradale, può comportare lesioni nella zona addominale o pelvica, in particolare nella sacca rettouterina fra utero e retto. Il coinvolgimento di organi come fegato e milza può provocare un’emorragia interna. Anche piccole quantità di sangue nella cavità rettale possono indicare un’emorragia intraperitoneale, spingendo i medici a determinare la fonte del sanguinamento.
Aneurisma aortico
Un aneurisma rappresenta un rigonfiamento della parete dell’arteria e può formarsi lungo l’aorta che si estende dal cuore fino all’addome e alle gambe. Gli aneurismi aortici, in particolare, sono responsabili di circa 10.000 decessi negli Stati Uniti, principalmente perché possono rompersi all’improvviso causando gravi perdite ematiche nella cavità addominale. Senza un trattamento tempestivo, queste condizioni possono risultare fatali.
Gravidanza extrauterina
Le gravidanze extrauterine si verificano quando l’ovulo fecondato si impianta al di fuori dell’utero. Questa condizione può risultare pericolosa per la vita, con un tasso di mortalità vicino al 20%. Questo tipo di emorragia può causare dolore addominale acuto tra la quinta e la settima settimana di gravidanza ed è spesso notevole nei casi di gravidanza ectopica nelle tube di Falloppio o di rottura tubarica.
Nausea e vomito
Parte del peritoneo è innervata da nervi particolarmente sensibili agli stimoli nocivi. L’emoperitoneo causa infiammazione nell’area addominale, influenzando i tessuti e il tratto gastrointestinale e stimolando i nervi responsabili di nausea e vomito.
Segno di Kehr
Il dolore e la tenerezza associati all’emoperitoneo si manifestano principalmente nell’area addominale, ma possono anche causare dolore alla spalla. Conosciuto come il segno di Kehr, tale dolore è riferito dal nervo frenico ed è provocato dalla presenza di sostanze estranee nel peritoneo. È un indicatore classico di lesioni alla milza, riconducibili a lacerazioni sanguinanti.
Shock ipovolemico
L’emoperitoneo può provocare una drastica riduzione del volume di sangue circolante, portando a shock ipovolemico, in particolare in seguito a traumi gravi come un aneurisma aortico. Questo considerabile calo della pressione sanguigna può indurre vertigini, confusione e perdita di coscienza ed è frequentemente accompagnato da pelle fredda e umida.
Emoperitoneo ritardato
L’emoperitoneo ritardato è una complicanza rara in cui i sintomi possono insorgere a distanza di giorni o settimane. Inizialmente può presentarsi come un generico dolore addominale, facilmente confondibile con altri disturbi. Tuttavia, con l’aumento del sangue peritoneale, i sintomi possono evolversi in dispnea e gonfiore addominale crescente. Senza trattamento adeguato, l’emorragia può diventare critica e causare shock emorragico, con un elevato rischio di mortalità superiore al 70%.
Diagnosi e trattamento
Per diagnosticare l’emoperitoneo, i medici spesso ricorrono a ecografie, TAC e risonanze magnetiche. La paracentesi è una procedura per l’estrazione e l’analisi del liquido per rilevare possibili infezioni. Nel caso di lacerazioni vascolari, interventi come il clampaggio e la legatura chirurgica vengono impiegati per fermare il sanguinamento.
Cauterizzazione e farmaci
I farmaci coagulanti possono fermare emorragie e dare tempo ai medici per valutare il miglior approccio terapeutico. Ad esempio, per lacerazioni epatiche, la coagulazione al plasma di argon è una tecnica endoscopica di cauterizzazione utile quando la chirurgia non è opportuna. In caso di lesioni spleniche, la splenectomia è spesso l’unica soluzione.