Il ruolo dei monociti nella risposta immunitaria
I monociti sono uno dei tre tipi principali di globuli bianchi che aiutano a difendere l’organismo dalle infezioni e dalle malattie. Circolano nel sangue e nei tessuti dove si trasformano in macrofagi o cellule dendritiche, tutte impegnate nella risposta del sistema immunitario.
Circolazione
Come tutti i globuli bianchi, i monociti sono prodotti nel midollo osseo. Normalmente, la milza immagazzina un’enorme riserva di monociti. Quando si verifica un’infiammazione o una lesione, i monociti lasciano la milza per dirigersi verso i tessuti periferici. A seconda delle necessità, si differenziano in macrofagi o cellule dendritiche, contribuendo a contrastare la diffusione della malattia o dell’infezione.
Macrofagi
I macrofagi svolgono un ruolo difensivo nel sistema immunitario. Questi monociti sono essenziali nel processo di fagocitosi, mediante il quale inglobano e distruggono i microbi. Sebbene il meccanismo preciso con cui eliminano gli invasori non sia del tutto chiaro, si sa che questi macrofagi regolano anche l’attività di un altro tipo di globuli bianchi, i linfociti, in risposta agli antigeni, potenziando così la risposta immunitaria.
Cellule dendritiche
I monociti possono trasformarsi in cellule dendritiche, che risiedono nei tessuti e mostrano antigeni alle altre cellule del sistema immunitario. Fungono da sentinelle e innescano la risposta immunitaria. I ricercatori ritengono che approfondire la comprensione di come le cellule dendritiche regolino il sistema immunitario potrebbe contribuire allo sviluppo di trattamenti efficaci per il cancro, le malattie autoimmuni e nella prevenzione del rigetto dei trapianti.
Aumento dei monociti
Un esame di emocromo completo misura, tra altre cose, il numero di monociti nel sangue. I medici utilizzano questo test per aiutare a diagnosticare pazienti sintomatici, ma spesso è incluso nelle analisi di routine e può rivelare casualmente anomalie nella conta dei monociti. Alcuni tipi di cancro possono causare un aumento dei monociti, così come i disturbi autoimmuni, le patologie del sangue e le infezioni croniche. L’accumulo di macrofagi può verificarsi nei tessuti degli organi in seguito a sarcoidosi e ad alcune infezioni.
Diminuzione dei monociti
L’emocromo completo rileva anche un basso numero di monociti, che può indicare una serie di problemi. La diminuzione dei monociti può essere causata da infezioni del sangue o disturbi del midollo osseo, come l’anemia aplastica. Ridotti livelli di monociti sono un effetto collaterale della chemioterapia e della monoMAC, una rara malattia genetica che colpisce il midollo osseo.
I monociti nella fibrosi epatica
I monociti rappresentano una componente essenziale del sistema immunitario, ma la ricerca suggerisce che possano svolgere un ruolo contraddittorio, favorendo o ostacolando il processo di guarigione in alcune patologie. Alcuni studi indicano che la rapida migrazione dei monociti in un fegato fibrotico, pur tentando di riparare il tessuto, potrebbe accentuare la gravità della malattia. Tuttavia, una volta differenziati in macrofagi, i monociti possono prevenire ulteriori danni.
Monociti nell’aterosclerosi
L’aterosclerosi si verifica quando il colesterolo si accumula sulle pareti delle arterie, riducendo lo spazio per il flusso sanguigno. Uno studio ha dimostrato che l’infiammazione dovuta a questa condizione attira macrofagi, che però non riescono a eliminare le placche, aggravatndo il problema. La ricerca ha inoltre rivelato che, nei topi, la progressione dell’aterosclerosi è più lenta e meno grave se la durata di vita di monociti e macrofagi infiltrati è ridotta.
Monociti e progressione tumorale
Gli studi indicano anche che i monociti possono avere un ruolo nelle metastasi tumorali. Alcune cellule derivate dai monociti sono note per sopprimere le difese antitumorali. È stato osservato che, bloccando un importante richiamo per i monociti, la diffusione del tumore è ridotta. Inoltre, l’inibizione di questi fattori potrebbe limitare la crescita tumorale. Tuttavia, tali studi sono stati eseguiti sui topi ed è necessaria ulteriore ricerca per verificarne l’applicabilità nell’uomo.
Altre condizioni
La ricerca ha anche dimostrato che alcuni monociti possono penetrare nel cervello. Esperimenti su topi suggeriscono che queste cellule possano avere un ruolo nelle prime infiammazioni del sistema nervoso centrale. Un’altra area di interesse scientifico riguarda il legame tra monociti e malattia di Alzheimer, e se i loro effetti migliorano o peggiorano l’accumulo di placche nel cervello. Sebbene il meccanismo rimanga sconosciuto, esperimenti che utilizzano monociti geneticamente modificati indicano che potrebbero avere un ruolo nel trattamento della malattia di Alzheimer.
Ricerca futura
Numerosi studi concludono che i monociti hanno effetti eterogenei. È indubbio che siano una componente cruciale del sistema immunitario, ma è evidente che possono avere conseguenze sia benefiche sia dannose in diverse patologie. Sebbene la ricerca sia ancora in evoluzione, vi è chi auspica che una più profonda comprensione e un intervento mirato sui monociti possano condurre allo sviluppo di trattamenti efficaci per molte malattie.