La teoria dello sviluppo psicosociale di Erikson
Erik Erikson è stato uno dei primi psicologi a sostenere che lo sviluppo umano continua per tutta la vita. La sua teoria si articola in otto stadi distinti, ciascuno dei quali si concentra su un conflitto che l’individuo deve affrontare. Ogni fase rappresenta un punto di svolta caratterizzato da un possibile esito positivo e uno negativo. Erikson sottolinea che la risoluzione dei primi stadi influisce direttamente sul superamento degli stadi successivi e che i conflitti vissuti in ciascun stadio promuovono lo sviluppo di tratti fondamentali della personalità. Nella sua teoria, Erikson valorizza anche i fattori socioculturali del processo di crescita, aspetto spesso trascurato da altre teorie.
Chi era Erik Erikson
Erik Erikson nacque in Germania nel 1902. A partire dal 1927 iniziò a insegnare arte a Vienna in una scuola per bambini che seguiva un approccio psicoanalitico all’educazione. Quest’esperienza fu determinante per Erikson, che proseguì ottenendo un certificato dalla Scuola Montessori e completando la sua formazione presso l’Istituto Psicoanalitico di Vienna. Nel 1936 si unì al Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Yale presso l’Istituto per le Relazioni Umane.
Fiducia vs. sfiducia
Il primo stadio di Erikson, fiducia vs. sfiducia, si verifica durante il primo anno di vita del bambino. Durante questo periodo, i bambini dipendono interamente dai loro caregiver, i quali influenzano profondamente la risoluzione di questa fase. Un neonato che ha un caregiver incoerente ed emotivamente distante percepisce il mondo come imprevedibile. Al contrario, un caregiver attento, costante e affidabile getta le basi per la fiducia, aiutando il bambino a sentirsi sicuro e protetto. Questi concetti sono alla base anche della teoria dell’attaccamento.
Autonomia vs. vergogna e dubbio
Il secondo stadio è autonomia vs. vergogna e dubbio, tipico della prima infanzia. In questa fase, il bambino inizia a sviluppare l’autonomia e il controllo. Il controllo sfinterico rappresenta un aspetto cruciale di questo stadio, poiché permette al bambino di esercitare indipendenza e autocontrollo. I bambini che superano con successo questa fase sviluppano fiducia in sé stessi e sicurezza, mentre quelli che non riescono provano inadeguatezza e dubbi personali.
Iniziativa vs. senso di colpa
Lo stadio di iniziativa vs. senso di colpa interessa i primi anni della scuola dell’infanzia, tra i tre e i quattro anni. Durante questo periodo, l’indipendenza si espande e i bambini iniziano a prendere iniziative esplorando il loro ambiente autonomamente. Il mancato superamento di questa fase potrebbe portare a un senso di colpa, derivante dalla percezione di aver deluso il caregiver e di non aver sviluppato le capacità necessarie. I bambini che riescono in questa fase si sentono sicuri delle proprie capacità e possono guidare gli altri.
Industria vs. inferiorità
Nell’età scolastica, intorno ai cinque-dodici anni, i bambini vivono la fase di industria vs. inferiorità. Dopo aver superato con successo le fasi precedenti, il bambino sviluppa sicurezza in sé stesso e intraprendenza. Il superamento efficace di questa fase porta alla capacità di portare a termine progetti di successo e richiede abilità, fiducia, autoregolazione e perseveranza. Le interazioni sociali, e in particolare i riconoscimenti e gli elogi, sono fondamentali in questo periodo, poiché rafforzano la fiducia nei bambini. Se non vengono incoraggiati o se i loro successi non vengono riconosciuti da genitori e insegnanti, i bambini potrebbero sviluppare dubbi sulle proprie capacità.
Identità vs. confusione
Nell’adolescenza si passa alla fase di identità vs. confusione. Gli adolescenti esplorano intensamente l’indipendenza e tentano di definire la propria identità. Erikson attribuisce grande importanza alla costruzione di un senso di identità unico. Anche qui, le interazioni sociali sono fondamentali. Gli adolescenti che ricevono supporto e incoraggiamento durante questa esplorazione ne escono con una forte identità personale, sentendosi autonomi e padroni del proprio destino. Al contrario, chi non trova questo sostegno, può restare insicuro e confuso riguardo al futuro.
Intimità vs. isolamento
Nella prima età adulta si affronta lo stadio dell’intimità vs. isolamento. Erikson attribuisce grande importanza alla costruzione di relazioni strette e impegnate, siano esse romantiche o amicali. Coloro che superano con successo questa fase sviluppano relazioni solide e sicure, mantenendo un’identità ben definita. Senza la fiducia e una chiara identità derivante dalle fasi precedenti, si rischia di basare l’identità personale solo sulle relazioni, con conseguenti isolamenti, solitudine e depressione.
Generatività vs. stagnazione
Nell’età adulta si entra nella fase di generatività vs. stagnazione. In questo periodo si riflette su quello che si vuole trasmettere alle generazioni future. Per alcune persone, questo si esprime attraverso la procreazione, ma esistono altre forme di trasmissione, come il mentoring, l’insegnamento, l’attivismo e l’arte. Chi supera con successo questa fase si sente gratificato per il contributo apportato alla società. Il mancato superamento della fase porta a sentimenti di disimpegno e inutilità.
Integrità vs. disperazione
L’ultimo stadio di Erikson, integrità vs. disperazione, si affronta durante la vecchiaia, quando si riflette sul proprio percorso di vita. Superare con successo questo stadio porta a una sensazione di orgoglio e integrità, con pochi rimpianti, mentre si continua a crescere in saggezza, accettando la propria mortalità. In caso contrario, si può provare amarezza e un senso di fallimento.
Un nono stadio
Dopo la morte di Erikson, sua moglie Joan M. Erikson, che partecipò allo sviluppo della teoria, propose un nono stadio, coinvolgimento vs. rassegnazione. Sebbene l’ottavo stadio sia ancora considerato il finale, questo nono stadio si sviluppa in parallelo. Il coinvolgimento rappresenta l’impegno a percorrere nuove strade in età avanzata, accettando l’invecchiamento mentre si esplorano ulteriori opportunità di crescita personale. Al contrario, la rassegnazione si manifesta con la convinzione che non valga più la pena di cercare nuove possibilità di crescita. Superare con successo questo stadio porta al coraggio e a un costante coinvolgimento etico nel mondo.