Malattia da decompressione

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Che cos’è?

La malattia da decompressione, conosciuta anche come barotrauma generalizzato o “bend”, si riferisce ai danni causati da una rapida diminuzione della pressione circostante, sia nell’aria che nell’acqua. Si manifesta più frequentemente nei subacquei e in chi pratica immersioni in acque profonde, ma può anche verificarsi durante viaggi in alta quota o voli in aerei non pressurizzati. Tuttavia, è rara sugli aerei pressurizzati, come quelli impiegati nei voli commerciali.

Durante un’immersione con aria compressa, si assume ossigeno e azoto aggiuntivi. L’ossigeno viene metabolizzato dall’organismo, mentre l’azoto si dissolve nel sangue, dove rimane durante l’immersione. Al ritorno in superficie dopo un’immersione profonda, la pressione dell’acqua diminuisce.

Se il ritorno in superficie avviene troppo rapidamente, l’azoto non riesce a essere eliminato dal sangue in tempo. Questo porta alla formazione di bolle nei tessuti o nel sangue. Sono queste bolle di azoto a causare la malattia da decompressione. La condizione è anche chiamata “bend” perché il dolore alle articolazioni e alle ossa può essere così intenso da piegare il corpo.

Nel corpo, il fenomeno è simile a quello che avviene quando si apre una bevanda gassata. Aprendo la lattina o la bottiglia, si riduce la pressione circostante, causando la formazione di bolle di gas nel liquido. Similmente, se nel sangue si formano bolle di azoto, queste possono danneggiare i vasi sanguigni e ostacolare il normale flusso sanguigno.

I fattori che aumentano il rischio di malattia da decompressione includono:

  • Difetti congeniti del cuore, come forame ovale pervio, difetto del setto atriale e difetto del setto ventricolare
  • Età superiore ai 30 anni
  • Essere di sesso femminile
  • Poca forma fisica cardiovascolare
  • Elevata percentuale di grasso corporeo
  • Consumo di alcol o tabacco
  • Stanchezza, mal di mare o mancanza di sonno
  • Lesioni (vecchie o attuali)
  • Immersioni in acque fredde
  • Malattie polmonari

Chi presenta un’apertura anomala nel cuore causata da un difetto congenito corre un rischio particolarmente elevato di sviluppare sintomi gravi di malattia da decompressione. Le bolle possono creare alta pressione nei polmoni, facilitando il passaggio del sangue e delle bolle dalle vene attraverso l’apertura cardiaca. Ciò significa che il sangue può circolare nuovamente attraverso le arterie senza ossigenazione. Un’apertura nel cuore può anche permettere a una bolla d’aria di dimensioni significative (embolia d’aria) di circolare nelle arterie, potenzialmente causando un ictus.

Chi è affetto da asma o altre malattie polmonari può avere nei polmoni bolle di aria a parete sottile chiamate bolle. Queste sacche non si svuotano rapidamente quando si espira. Dopo un’immersione profonda, l’aria nelle bolle può espandersi. Se una bolla si rompe, può provocare un collasso polmonare o permettere a una grande bolla d’aria di entrare nelle arterie.

Sintomi

I sintomi della malattia da decompressione includono:

  • Dolori articolari
  • Vertigini
  • Mal di testa
  • Difficoltà di concentrazione
  • Stanchezza estrema
  • Formicolio o intorpidimento
  • Debolezza alle braccia o alle gambe
  • Eruzione cutanea

Diagnosi

L’anamnesi subacquea e i sintomi clinici sono essenziali per diagnosticare la malattia da decompressione. Gli esami del sangue e le radiografie delle articolazioni generalmente non mostrano segni evidenti del disturbo.

Durata prevista

Il dolore articolare, sintomo più comune della malattia da decompressione, può perdurare per giorni o settimane.

Prevenzione

Per minimizzare il rischio di malattia da decompressione durante le immersioni, si consiglia di:

  • Immergersi e risalire lentamente, evitando di restare per troppo tempo alla profondità massima raccomandata. I subacquei utilizzano di norma tabelle di immersione per stabilire la durata di permanenza a una specifica profondità.
  • Evitare di volare nelle 24 ore successive a un’immersione.
  • Non consumare alcolici prima delle immersioni.
  • Evitare vasche, saune o bagni caldi dopo l’immersione.
  • Assicurarsi di essere ben idratati, riposati e preparati prima di immergersi. Se si è recentemente superata una malattia grave, un infortunio o un intervento chirurgico, è consigliabile consultare un medico prima di immergersi.

Alcuni individui dovrebbero evitare le immersioni o prendere in considerazione rischi specifici. Se si ha un difetto cardiaco, l’immersione non è sicura. Chi è affetto da asma, ha avuto un collasso polmonare o soffre di altre malattie polmonari dovrebbe consultare un medico sulla sicurezza delle immersioni. Le persone che utilizzano insulina per il diabete possono sperimentare fluttuazioni significative dei livelli di glucosio nel sangue durante l’immersione, per cui è necessaria cautela. Evitare immersioni in caso di ernia inguinale non trattata, poiché l’espansione del gas all’interno dell’ernia potrebbe causare sintomi.

Trattamento

Il trattamento d’emergenza per la malattia da decompressione include il mantenimento della pressione sanguigna e la somministrazione di ossigeno ad alto flusso. Potrebbero essere somministrati anche fluidi. La persona va posizionata sul fianco sinistro e, se possibile, la testa deve essere inclinata verso il basso.

Il trattamento ottimale prevede l’uso di una camera iperbarica ad ossigeno, una struttura ad alta pressione dove il paziente riceve ossigeno puro al 100%. Questo procedimento contrasta le variazioni di pressione che hanno permesso la formazione delle bolle di gas nel sistema circolatorio, riportando l’azoto alla sua forma liquida e permettendo un’eliminazione graduale dall’organismo in poche ore.

Si sconsiglia ai subacquei colpiti dalla malattia da decompressione di tentare di curarsi con ulteriori immersioni profonde.

Quando chiamare un professionista

In caso di sintomi della malattia da decompressione dopo un’immersione o un volo, è importante contattare un medico quanto prima. Il trattamento iperbarico è più efficace se effettuato poche ore dopo l’inizio dei sintomi.

Prognosi

La maggior parte dei casi di malattia da decompressione risponde bene a un singolo trattamento con ossigeno iperbarico. Il medico potrebbe suggerire trattamenti aggiuntivi se i sintomi, in particolare quelli neurologici, persistono.