Virus parainfluenzale e malattie stagionali

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Virus parainfluenzale e malattie stagionali

Nonostante il nome possa ingannare, i virus parainfluenzali non sono responsabili dell’influenza. Questi virus appartengono a una diversa famiglia e sono la causa di diverse patologie respiratorie, come raffreddore, polmonite, bronchite e croup. Esistono quattro tipi differenti di virus parainfluenzali, ognuno dei quali provoca infezioni con manifestazioni leggermente diverse e con severità variabile. Un aspetto interessante è che ciascun tipo di virus ha un andamento stagionale ben definito e prevedibile.

Parainfluenza di tipo 1 e 2

Il virus parainfluenzale di tipo 1 è la principale causa di infezioni respiratorie nei bambini al di sotto dei 3 anni. La parainfluenza di tipo 2 provoca in genere infezioni simili, ma solitamente meno gravi. I bambini sviluppano una maggiore immunità verso questi tipi di virus intorno ai 2 o 3 anni di età. Negli adulti, le infezioni da parte dei tipi 1 e 2 si presentano in modo diverso rispetto ai bambini. Gli studi sugli adulti mostrano che i sintomi di un’infezione da virus di tipo 1 durano circa quattro giorni, mentre quelli di tipo 2 circa sei giorni. In entrambi i casi, si nota come le secrezioni nasali possono perdurare fino a due settimane.

Parainfluenze di tipo 3 e 4

La parainfluenza di tipo 3 può provocare malattie respiratorie serie nei neonati e nelle persone con un sistema immunitario compromesso. Questo tipo di virus si manifesta anche nei bambini più grandi. Un’indagine ha rilevato che il tasso di infezione da parainfluenza di tipo 3 nei bambini di circa 2 anni è del 60%. Il tipo 4 è meno comune, tuttavia può causare infezioni respiratorie che variano da lievi a gravi.

Stagionalità

È stato osservato che le infezioni da virus parainfluenzali seguono un pattern stagionale preciso. Il tipo 1 è più frequente da settembre a dicembre negli anni dispari. Le infezioni da parainfluenza di tipo 3 si verificano annualmente, di solito da aprile a giugno; negli anni pari, quando il tipo 1 non predomina, le infezioni di tipo 3 possono prolungarsi fino all’autunno e registrare un aumento nei mesi di novembre e dicembre. Le infezioni da parainfluenza di tipo 2 sono più comuni da ottobre a dicembre, mentre il tipo 4 tende a raggiungere il picco durante l’autunno degli anni dispari.

Sintomi

I virus parainfluenzali sono frequentemente responsabili di malattie respiratorie nei neonati, nei bambini piccoli, negli anziani e nelle persone immunocompromesse, ma chiunque può contrarre un’infezione di questo tipo. I sintomi della parainfluenza includono congestione nasale, tosse, febbre, mal di gola, respiro affannoso e starnuti. Generalmente, tali sintomi appaiono entro una settimana dall’esposizione e possono durare da pochi giorni fino a due settimane.

Trasmissione

Il virus della parainfluenza si trasmette tramite grandi goccioline o aerosol, veicolate nell’aria. La diffusione avviene quando una persona infetta tossisce, parla o starnutisce, esponendo così gli individui sani al virus. Il virus può anche sopravvivere su superfici porose per un massimo di 10 ore e l’infezione può verificarsi attraverso il contatto con tali superfici e il successivo contatto con occhi, naso o bocca.

Prevenzione

Attualmente non esiste un vaccino per i virus parainfluenzali, nonostante i ricercatori stiano lavorando per svilupparne uno. Il modo migliore per prevenire un’infezione da parainfluenza è evitare grandi folle durante i periodi di focolai e mantenere una buona igiene delle mani. Le persone immunocompromesse e ospedalizzate richiedono misure di controllo dell’infezione potenziate durante i focolai conosciuti, comprese limitazioni nelle visite e nel contatto tra pazienti. Gli operatori sanitari dovrebbero indossare maschere per prevenire la diffusione del virus e mantenere una scrupolosa pulizia e igiene personale.

Asma e BPCO

Le infezioni da virus parainfluenzali possono aggravare condizioni respiratorie croniche, portando a sintomi respiratori severi. In un piccolo studio su un gruppo di adulti affetti da esacerbazioni asmatiche, è stato riscontrato che il 60% aveva un’infezione da virus parainfluenzale. Un ulteriore studio su pazienti con BPCO ha mostrato che il virus era presente nel 25,7% delle esacerbazioni. La parainfluenza di tipo 4 e 3 insieme rappresentano il quarto virus più comune, mentre il rinovirus occupa il primo posto.

Diagnosi e trattamento

Nella maggior parte dei casi, identificare il virus specifico che causa l’infezione attraverso l’esame fisico è sufficiente. L’esame può rivelare gola arrossata, ghiandole gonfie e respiro affannoso o crepitante nei polmoni. Generalmente non sono necessari ulteriori esami, ma in caso di infezioni gravi, una radiografia del torace, una TAC, colture ematiche ed esami del sangue possono fornire un quadro completo della malattia e guidare il trattamento.

Croup e bronchiolite

Tra le complicanze più comuni nei bambini affetti da parainfluenza ci sono il croup e la bronchiolite. Il croup è più spesso legato ai virus Parainfluenza 1 e 2 e può manifestarsi con febbre, tosse secca e infiammazione che può portare all’ostruzione delle vie aeree. La bronchiolite si verifica nei neonati e nei bambini piccoli ed è più comunemente associata al virus parainfluenzale di tipo 3. Inizia con febbre e congestione nasale, diffondendosi ai polmoni e causando respiro rapido e affannoso e tosse. La guarigione può richiedere fino a tre settimane.

Polmonite

La polmonite è una delle principali complicanze delle infezioni da parainfluenza, specialmente nei bambini più grandi e negli adulti. I virus Parainfluenza di tipo 1 e 3 sono più frequentemente associati allo sviluppo della polmonite, sebbene anche gli altri tipi possano causarla. Il tipo 3 è responsabile fino al 12% dei ricoveri per polmonite nei bambini, mentre il tipo 1 fino al 6%, secondo alcuni studi. Tra i pazienti ospedalizzati infettati dal virus parainfluenzale, la polmonite era più comune in quelli di età superiore ai 15 anni. I sintomi includono febbre e tosse, e le radiografie del torace possono mostrare consolidamenti o aree bianche che possono aiutare nella diagnosi.